Giornale della Brianza
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NO AI RIFIUTI NELLA CEMENTERIA DI MERONE
Risposta aperta alla Holcim

Marzo 2006

Gentile Direttore,
Le chiediamo cortesemente di dare, ancora una volta, spazio alle nostre Associazioni in risposta alla lettera aperta della Holcim SpA ai cittadini, pubblicata dal Suo giornale lo scorso novembre. La lettera della Holcim SpA aveva l’obiettivo di trasparenza e di rassicurazione ed è da questi due propositi che partiremmo.

Rassicurazione: La Holcim nega che il cementificio si sia trasformato in “impianto di termovalorizzazione dei rifiuti”. Ebbene, in base alla delibera regionale citata dalla Holcim (n. 5476 del 14.04.05) il cementificio è anche un “impianto ... autorizzato ... all’esercizio delle ... operazioni di recupero ... di rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi” ovvero non è più, da tempo, solo un impianto per la produzione di clinker ma anche un impianto soggetto alla normativa sui rifiuti. Inoltre, l’attività di combustione di rifiuti, pericolosi e non, della Holcim di Merone (combustibili sostitutivi, farine animali, fanghi) deve adeguarsi entro il 28 febbraio 2006 anche alla Direttiva Europea sull’incenerimento e co-incenerimento dei rifiuti (recepita con il Dlgs 133/2005).

Trasparenza: vogliamo sottolineare le enormi difficoltà che incontrano le Associazioni e i privati cittadini nell’acquisire documentazione circa l’attività della Holcim. Abbiamo dovuto rivolgerci al CODACONS (Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dei Consumatori) per poter chiedere di acquisire documenti pubblici in possesso degli enti competenti. A titolo esemplificativo vorremmo conoscere (avere copia dei documenti):
a) i risultati analitici delle emissioni in continuo e delle misurazioni periodiche annuali previste dalle autorizzazioni regionali vigenti;
b) le analisi dei “combustibili sostitutivi” (rifiuti) che vengono bruciati presso il cementificio;
c) le dichiarazioni ambientali (MUD) degli ultimi anni, con indicate le quantità per tipologia dei rifiuti “recuperati” presso l’impianto;
d) analisi (di enti indipendenti) sulle caratteristiche del cemento e delle emissioni in “bianco” ovvero senza l’utilizzo di rifiuti e con l’utilizzo dei diversi combustibili sostitutivi;

e altri documenti sui rifiuti inceneriti.

Questa sarebbe trasparenza!!

La petizione popolare dell’Associazione Rete Donne Brianza ha raccolto in poco tempo circa 10.000 (diecimila) firme di privati cittadini preoccupati della termodistruzione di rifiuti urbani in impianti privati. Di quale responsabilità civile parla dell’azienda, se non tiene nella benché minima considerazione le preoccupazioni di una così ampia fetta delle popolazioni locali ?

In sintesi: BRUCIARE RIFIUTI GENERANDO DIOSSINE E PCB NON È IL MODO PIÙ ECOLOGICO DI RISOLVERE UN PROBLEMA. Da tempo noi auspichiamo un rafforzamento delle politiche di “Rifiuti-zero”, grazie alle quali: i rifiuti si riducono alla fonte, si riciclano e diventano vere risorse non inquinanti per la comunità.

Concludiamo riportando gli indirizzi dei nostri siti internet, per quanti sono interessati ad approfondire i temi sopra esposti o ad informarsi sulla politica della multinazionale Holcim, a Merone e in altre parti del mondo, come ad esempio negli Stati Uniti.

La ringraziamo, di nuovo, per la disponibilità Sua e del suo giornale.


Associazione Rete Donne Brianza - www.retedonnebrianza.org
Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” - www.circoloambiente.org

 
 
 
       

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