Brianzolitudine
Marzo 2007
Sole caldo sopra il Segrino e in cielo
lunghissimi fili di cirri al vento
d’aprile, sui Corni di Canzo. E il lento
sussurro dell’aria che soffia è un velo
di seta, sensuale come il disgelo
dell’acqua dai monti, fresca e d’argento
vivo sopra i sassi misti a cemento
nel greto del fiume. E fiori di melo
mi cadono intorno, bevendo rosso
barbera frizzante da una scodella
col pane e salame in mano, su un dosso
mentre la mia bimba dolce e monella
raccoglie ranuncoli accanto a un fosso,
gialli, in questa vita mai così bella.

Uno dei momenti più belli dell’anno
nella vita di un brianzolo è la gitarella-picnic in campagna
(senza andare troppo lontano) il giorno di pasquetta, sempre che
il tempo lo consenta ovviamente. E’ uno dei pochi giorni
in cui il brianzolo si riappacifica con la propria terra e si
rende conto della bellezza che - nonostrante tutto - ancora gli
sta intorno. Il lunedì di Pasqua è come se fosse
l’ottavo giorno della creazione, con un neo-Adamo brianzolo
che si aggira stupito e guarda con occhi nuovi la natura che riprende
vita. Tutto è pace e quiete, delle cure più non
ci si cura, nè più di lor si ragiona, almeno in
questo unico e magico giorno.
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