PERCHÈ
LE IMPRESE DOVREBBERO PAGARE LE TASSE IN ITALIA?
Marzo 2007
Un imprenditore apre una società.
Riesce a fare utile. E’ così onesto da non eludere,
evadere, corrompere. Dichiara tutto. Lo Stato, per premiarlo,
lo tassa subito il doppio. Infatti se l’azienda ha fatto
utili, lo Stato ha la massima fiducia che l’anno dopo ne
farà almeno altrettanti. Questa fiducia nelle capacità
del contribuente si traduce in un anticipo di tassazione. Pari
quasi a quella dell’anno in corso. L’imprenditore
paga, insieme alle tasse dell’anno, un presunto reddito
in anticipo. Il reddito è ipotetico, ma le tasse sono reali.I
soldi del presunto reddito sono sottratti agli investimenti per
la società. Ad assunzioni, tecnologia, macchinari. E, soprattutto,
sono presunti. Perchè si deve pagare sulla presunzione
di reddito del futuro? E’ il fisco di Nostradamus. E per
le società di recente costituzione, se fanno utili nei
primi anni, può essere una mazzata tale da farle chiudere.
Meglio allora fare perdite. Solo un santo o un pazzo può
dichiarare tutti gli utili con questo meccanismo infernale. Lo
Stato vuole soldi, più soldi. Vuole cassa, sempre più
cassa. Ma li pretende dai contribuenti onesti. Non dagli evasori.
Troppo difficile. Meglio mandare una cartella di richiesta di
20 euro di tasse più le sanzioni (succede), che colpire
gli evasori.
A questo punto lo Stato potrebbe pretendere un presunto anticipo
di tassazione su ogni rendita. Sulle eredità, ad esempio.
Nell’anno successivo alla prima può sempre mancare
un altro parente. Sulle vincite al Lotto. Sul Gratta e Vinci.
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