
di Antonio Isacco
marzo 2008
IN MEMORIA
DI ADELAIDE
Il 22 gennaio 1987, moriva Maria Adelaide
Isacco. Era nata a Casletto, il primo aprile 1893, figlia di Antonio
e di Mabilia, nonché sorella di altri sette tra fratelli
e sorelle. Dopo un’ adolescenza trascorsa nell’aiuto
delle faccende domestiche nonché nei lavori agricoli, tipici
di quel periodo storico, ancora giovinetta decise di diventare
orsolina. Fin d’allora si era votata al servizio degli altri
senza alcun riscontro per se stessa. Lavorò per molti anni,
tanti da non sapere con precisione quanti, comunque forse troppi,
in un laboratorio di tessitura operante, in quel periodo, in quel
di Casletto. Ho ancora vivi tanti ricordi di quando accudiva,
con premurosa attenzione, mia nonna Fiora, la quale trascorse
i suoi ultimi anni afflitta da infermità motoria ma, comunque,
sempre lucida di mente. Adelaide, veniva famigliarmente chiamata:
“Delaia”. Si sa: il nostro dialetto, in verità
non è l’unico, benché tende a storpiare i
nomi propri, (vedi Antonio: “Togn” o, peggio, “Tugnin”),
aggiunge però, un qualcosa che rende inequivocabile di
chi veramente si tratta: è quella persona e solamente quella.
“Delaia”, mi insegnò la catechesi cristiana:
lo faceva con tanto fervore, tanta genuina fiducia, tanta gentilezza
nel porsi, tanta tenera dolcezza, tanta abnegazione che il non
apprendere i suoi insegnamenti era enunciazione di “crapun”
irrecuperabile. Il suo insegnamento fu “spalmato”
su diverse generazioni, non solo presso l’oratorio, ma perfino
a casa sua. Sono certo che tutti coloro che l’ebbero come
“insegnante”, ancora oggi, sempre se viventi, hanno
un ricordo carissimo di lei. Era di aspetto minuto, sempre linda
nei decorosi abbigliamenti, serena nell’aspetto, sorridente
ancor più nelle avversità, sorretta da una fede
cristiana mai minimamente vacillante, anzi, esuberante proprio
nei momenti più difficili ed impegnativi: una Santa! Una
grande anima, pura, bella, serena, nulla la distoglieva dai suoi
doveri non solo verso la sua famiglia ma bensì verso tutti
indistintamente. Accudì, fintanto rimase in vita, due suoi
fratelli: praticamente per l’intera sua esistenza, con amorevole
cura ed impegno estremo nonostante le fatiche di una vita non
facile. La foto che la ritrae sulla sua tomba nel cimitero di
Casletto, rispecchia, soprattutto nei suoi occhi, tutta la bontà
di cui era capace. La domenica, davanti a quell’immagine,
mi è di grande aiuto guardare quell’espressione nel
mentre gli dedico una doverosa prece. Apprezzo moltissimo il frutto
del suo percorso di vita. Adelaide, come visse, morì serenamente
e cristianamente nella gloria del Signore. Penso che sarebbe doveroso
ricordarla, a perenne memoria, quale supremo esempio per la nostra
comunità.
Casletto di Rogeno,
24 gennaio 2008
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