Inquinamento
ambientale e salute: che fine hanno fatto i soldi dei cittadini?
Marzo 2008
di RDB - Rete Donne Brianza
Dopo la concessione dell’AIA (Autorizzazione
Integrata Ambientale) a Holcim SpA nel novembre scorso, la preoccupazione
per l’inquinamento e la salute a Merone e nell’erbese
è ancor più giustificata. Holcim può smaltire
oltre 100.000 tonnellate di rifiuti industriali all’anno
e invece di ridurre il suo carico inquinante chiede e ottiene
deroghe ai limiti delle emissioni in atmosfera. Da anni ottiene
concessioni dalla Regione Lombardia per bruciare tipologie di
rifiuti sempre più diversificate: rifiuti industriali,
farine animali e per ultimi i fanghi della provincia di Milano,
non utilizzabili in agricoltura perché troppo tossici.
E la Provincia di Como cosa fa? Approva un Piano dei Rifiuti che
punta su discariche e incenerimento, quest’ultimo anche
in impianti privati dedicati, non meglio definiti. Ci chiediamo
allora: come sono stati spesi i 70.000 (in parte provenienti dai
comuni) che la Provincia di Como aveva stanziato a seguito della
mobilitazione contro il Piano dei Rifiuti, per effettuare uno
studio ambientale e uno studio epidemiologico? Lo Studio ambientale
è il MICLOH (Holcim scritto al contrario), una raccolta
di dati di fonte Holcim e alcune rilevazioni dell’ARPA (l’Agenzia
Regionale per la Protezione dell’Ambiente), che però
non ha il potere di fare controlli a sorpresa e, per sua stessa
ammissione, ha mezzi e strumenti limitati. L’unico contributo
apprezzabile dello studio è un’analisi delle zone
di ricaduta in base alla direzione (teorica) dei venti. Come era
prevedibile, visto che Holcim ha oltre 200 punti di emissione
a tutte le altezze, Merone risulta una delle principali aree di
ricaduta. E che fine ha fatto lo studio epidemiologico, anch’esso
incluso in questi 70.000 euro? Non si sa. Licia Viganò,
sindaco di Orsenigo, ha richiesto all’ASL di Como tale studio
e ha ricevuto solo degli elenchi di dati medici incompleti, disaggregati
e di difficile consultazione. Pur non avendo dati, il Sindaco
ha riferito di essere allarmata per la percezione di un aumento
di patologie tumorali infantili (tra le quali anche la leucemia).
Con 5000 euro noi di Rete Donne Brianza abbiamo fatto fare all’Istituto
per la Ricera sul Cancro di Genova un’indagine preliminare
sui terreni di Merone e dintorni*. Lo studio ha rilevato alte
concentrazioni di alcuni metalli tossici nel suolo: si tratta
di Cadmio, Tallio, Piombo e Mercurio. Nello studio si legge anche
che, data la presenza di metalli tossici nelle emissioni del cementificio
Holcim (piombo, cadmio, rame, arsenico e in particolare mercurio
in quantità non trascurabili in base ai dati ufficiali)
sarebbero opportune ulteriori indagini. A nostro avviso il Comune
di Merone potrebbe effettuare controlli sui materiali in entrata
nel cementificio per verificarne la provenienza; potrebbe richiedere
una centralina di monitoraggio delle polveri sottili (e farne
analizzare il contenuto per verificare la presenza di metalli
pesanti); con poco più di 20.000 potrebbe effettuare uno
studio accurato sulle zone di ricaduta delle emissioni, per poi
verificare la presenza di PCB e diossine nei terreni, negli orti,
nel sangue degli abitanti. E infine potrebbe chiedere alla Provincia
di Como di rendere conto ai cittadini di come sono stati spesi
i nostri soldi. |