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Vescovi, ambiente, rifiuti e Holcim

Marzo 2008
di Enrico Viganò

“E’ fondamentale che tutte le scelte siano compiute nel segno della trasparenza e della partecipazione dei cittadini e vengano gestite garantendo la piena legalità, nella consapevolezza che la salvaguardia del creato e il bene della comunità sociale può esigere la rinuncia alla difesa a oltranza del vantaggio individuale e del proprio gruppo. Una politica dei rifiuti non può essere efficace se gli stessi cittadini non divengono protagonisti della loro gestione attiva, favorendo il diffondersi di comportamenti corresponsabili in tutti i soggetti coinvolti. Laddove crescono relazioni armoniose e giuste, anche la gestione delle risorse diventa un’occasione di progresso e orienta a un rapporto più rispettoso e armonioso con il creato”. Non sono affermazioni di qualche rappresentante di una delle tante associazioni ambientaliste. No, ma sono affermazioni dei Vescovi italiani contenute nel Messaggio per la 3a Giornata per la salvaguardia del creato del prossimo 1° settembre 2008. L’invito della Conferenza Episcopale Italiana dovrebbe far riflettere tanti nostri imprenditori e politici. A Merone esiste un cementificio Holcim nei cui forni si brucia un po’ di tutto e di più. E questo è ormai noto. Recentemente ha ottenuto dalla Regione anche alcune “deroghe ai limiti delle emissioni inquinanti” come le ha definite il Circolo Ambiente di Merone. Di questo argomento ce ne siamo occupati in un articolo apparso su La Goccia nel novembre scorso. La Holcim ha risposto al nostro articolo – era giustamente suo diritto – riportando alcune tabelle, in cui si evidenziavano i limiti alle emissioni prima dell’accordo AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) dello scorso anno, le deroghe richieste da Holcim e i limiti dal 1 gennaio 2008. Tuttavia non ha riportato i limiti stabiliti dalla Comunità Europea, che sono diversi da quelli ottenuti in sede AIA. Ad esempio per gli ossidi di zolfo (SO2) il limite in deroga è di 200 mg/mc contro quanto stabilito dalla legge europea di 50 (una differenza di + 300&), per gli ossidi di azoto (NOx) limite in deroga 1200 contro limite di legge 800 (+ 50%), per il carbonio Organico Totale (COT) per il forno n. 4 il limite in deroga 50 mentre il limite di legge 10 (+ 400%). Ma quello che più ha lasciato perplessi nella vicenda “deroghe” è che nessun sindaco del territorio erbese ha informato i cittadini di quanto stava avvenendo. Solo i sindaci di Monguzzo e Merone - più direttamente interessanti in quanto il cementificio è posto sul loro territorio, e che erano presenti alla Conferenza AIA - il 20 dicembre scorso hanno inviato alla Regione Lombardia un documento in cui “dichiarano di ritenere che non siano state rispettate le prescrizioni/condizioni contenute nel parere tecnico presentato dai comuni di Merone e Monguzzo e che pertanto il parere dei Comuni al rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, ad esse subordinato, deve intendersi negativo alla luce dei contenuti prescrittivi per i valori in atmosfera, come già esplicitato in sede di Conferenza”. Viene da chiedere ai sindaci: se in sede di Conferenza AIA non eravate d’accordo con quanto richiedevano la Regione e la Holcim perché non avete coinvolto la cittadinanza su un problema tanto importante? E se ora ritenete che “non siano state rispettate le prescrizioni/condizioni” da voi richieste, occorrerebbe comportarsi di conseguenza e non basta scrivere: “il parere dei Comuni …. deve ritenersi negativo”. La “trasparenza”, la “partecipazione”, la “legalità”, la “corresponsabilità”, di cui parlano i vescovi italiani in materia di ambiente e di rifiuti (e la Cementeria di Merone è diventata ormai un inceneritore, o, se si preferisce con un termine più soft, “termovalorizzatore”), non sono proprio di casa nei paesi dell’Erbese.

Enrico Viganò

 
 
 
       

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