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marzo 2009
Lasciata Merone
alle spalle e Costa
Masnaga la crosta
sul vetro mi oppone
a quel Resegone
sulla corsia opposta
che a guardarlo costa
fatica e un magone
mi prende la gola
quando la sua cresta
si svapora mesta
lontano e mi resta
la sua ombra sola
di velluto viola.
Ai miei pochi, ma carissimi lettori, faccio un caldo invito
a visitare il blog fotografico di Marsala Florio, cui ho accennato
più volte e i cui scatti (tra i quali ovviamente quello
sopra) meritano davvero una particolare attenzione. Ultimamente
mi pare anzi che egli sappia cogliere ancora meglio - nell’uso
del colore soprattutto - l’animo dei posti e soprattutto
delle impronte che la gente brianzola lascia a contatto con la
natura del luogo.
Proprio per come sa dominare il colore nel campo dell’immagine
fotografica mi ricorda molto il pittore Salvatore Fiume, che tra
l’altro ebbe proprio in Brianza - in una ex-filanda di Canzo
- il suo atelier.
Ma queste sono sensazioni mie. L’importante è che
Marsala continui a scattare la Brianza nella maniera che sa. Noterete
come nelle sue foto abbia una predilezione particolare per alcuni
topoi specifici e simbolici di questa terra: Villa Crivelli, il
Lago di Pusiano, il parco del Curone.
Ecco, il quid che forse gli manca per rendere veramente completa
la sua visione fotografica della Brianza è che si rechi
più spesso a scattarla un po’ più a sud: da
Meda in giù, in quel coacervo di fabbriche e mobilifici
tra Lissone, Desio, Nova Milanese, Bovisio Masciago. Nella Brianza
grigia, come la chiamo io.
Ma forse sarà meglio che glielo dica di persona (visto
che non l’ho ancora incontrato), magari davanti a un buon
bicchiere di vino: Marsala Florio, obviously!
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