LEGGE
SICUREZZA: DENUNZIA REATO DI CLANDESTINITA’
Marzo 2009
Non è il caso di annegare in un bicchiere
d’acqua ! Purché i medici non vadano oltre il rigido
e legittimo “spirito di Ippocrate” , che prevede di
curare ogni malato , per salvare la propria coscienza e/o coprire
con “velo pietoso”,per debole coraggio, tutto ciò
che possa riguardare un clandestino ed evitare ogni grana di ritorsione
. Ma anche il Governo ha il dovere di salvaguardare la Nazione
da altri aspetti legati a Sicurezza e Salute. Come con l’uovo
di Cristoforo Colombo che trovò la soluzione , così
mi sembra che il Governo possa e debba trovarla pure . Da un lato
le motivazioni dei medici sarebbero salve riguardo cure per pazienti
con problematiche non riconducibili al Codice Penale . In sostanza
sembra ovvio che normali malattie (ma per un’Aspirina sarebbe
vera provocazione?!) e soprattutto quelle a rischio di epidemie
(Aids,,attuali casi di lebbra a MI o altro ) vadano curate , pena
la latitanza del clandestino al ricorso per certe cure ,creando
vero rischio sociale , lasciando però l’obbligo della
denuncia per feriti con arma da taglio , da fuoco o traumi di
natura sospetta collegabili ad attività illecite o sospette
(droga, prostituzione, lavoro nero che consenta di stanare datori
di lavoro e/o proprietari di case anche italiani disonesti o sfruttatori).
Ecco quindi ,dall’altro lato salve le motivazioni del Governo
,riequilibrata la Legge con argomenti concreti sulla legittima
riluttanza dei medici con un’occhio anche all’altrettanto
legittima esigenza dei cittadini : basterebbe stralciare dalla
legge solo quanto possa comunque collegare il clandestino alla
malavita ,così che le coscienze di medici ed italiani dovrebbero
essere a posto .
Moretti Morando
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