Altro
che polli asiatici!
Tutta la verità su quelli italiani
Novembre 2005
di Paola Magni e Claudio Vigolo
tratto da www.lifegate.it
Ai microfoni di LifeGate Radio, il Dottor
Enrico Moriconi, Presidente dell'Associazione Culturale Veterinari
di Salute Pubblica, ha risposto a questa e altre domande
Quali sono le condizioni igieniche negli allevamenti italiani?
Le condizioni sono critiche. Siamo in situazione di sovraffollamento.
Gli animali vengono tenuti per tutto il periodo della loro vita
sulla stessa lettiera, respirano l'ammoniaca che si libera dagli
escrementi che loro producono. Hanno uno stato di stress continuo,
che deve essere corretto - anche se gli allevatori smentiscono
- con la somministrazione di farmaci.
Recenti analisi di laboratorio commissionate da Lav e Il Salvagente
hanno evidenziato la presenza di residui di antibiotici in 4 polli
italiani su 10… Perché vengono somministrati gli
antibiotici e con che frequenza?
Gli antibiotici sono la base dell'allevamento intensivo: gli allevamenti
intensivi sono storicamente nati nel momento in cui sono stati
disponibili grandi quantità di antibiotici. Questi farmaci
rendono possibile l'allevamento, altrimenti lo stress, il sovraffollamento,
le carenti condizioni igieniche farebbero scoppiare delle malattie.
Questi farmaci aumentano la crescita degli animali e contemporaneamente
li proteggono da alcune malattie. Nel caso dei virus non servono.
Il fatto che l'antibiotico sia somministrato continuativamente,
nonostante sia ammesso farlo solo in caso di terapia, è
facilmente dimostrabile. Qualche anno fa, ad esempio, ci fu lo
scandalo in Gran Bretagna dei polli che venivano rietichettati
e venduti anche un mese dopo la reale scadenza. Ebbene, questo
fu possibile proprio perché i polli sono pieni di sostanze
chimiche che non li fanno "marcire".
Cosa mangiano i polli italiani negli allevamenti intensivi? Il
mangime è principalmente costituito da mais e altri cereali.
In più vi sono degli integratori a base di sostanze grasse
per favorire la crescita. Anche l'olio esausto, l'olio dai motori
delle macchine usato, è ammesso nella dieta dei polli
Italiani, che sono considerati come dei "grandi riciclatori".
Molti sottoprodotti sono quindi permessi. Per quanto riguarda
mais e soia ogm nei mangimi, non c'è obbligo di etichettatura
poi nel pollo. Bisogna dire che chi mangia carne ha una forte
possibilità di mangiare proteine geneticamente modificate,
proprio perché negli allevamenti non biologici l'uso di
mangimi geneticamente modificati è permesso.
Illuminazione artificiale che li tiene 24 ore su 24 alla luce
e densità di 15-20 polli per metro quadro… Animali
così stressati saranno anche più deboli…
L'illuminazione artificiale tende a creare un'atmosfera uniformemente
"grigiastra" , perché se ci fosse troppa luce
sarebbero acuiti i fenomeni di cannibalismo. In queste condizioni
la mortalità degli animali è comunque alta, ma il
loro valore commerciale è così basso da non preoccupare
particolarmente l'allevatore.
Parlare degli allevamenti intensivi italiani come di "bombe
batteriologiche" è esagerato? Le definirei piuttosto
"bombe ecologiche": al problema della presenza di batteri
si somma il problema delle deiezioni da smaltire, e quindi dell'eutrofizzazione
delle acque e della presenza di nitrati nelle falde acquifere.
Quale strada intraprendere per migliorare la qualità degli
allevamenti e prevenire così epidemie come l'influenza
aviaria? Bisognerebbe mangiare meno carne o addirittura smettere
di mangiarne. Questa risposta può sembrare un po' estrema
ma rende bene l'idea di come per migliorare il benessere - anche
di quelli che vogliono mangiare la carne- sia indispensabile per
tutti noi abbassarne i consumi.
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