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NON TUTTI GLI IMPIANTI CREANO PROBLEMI
L’intervento della Provincia di Lecco

Novembre 2005
di Marco Molgora

Gentile Direttore,
con grande piacere intervengo sui temi che sono stati posti in merito all'impianto di compostaggio in corso di realizzazione ad Annone Brianza.
NON TUTTI GLI IMPIANTI CREANO PROBLEMI
E' noto che alcuni impianti di compostaggio hanno creato o creano problemi e, in alcuni casi, sono stati chiusi in seguito alle proteste dei cittadini esasperati. Questo non significa che tutti gli impianti di compostaggio debbano necessariamente creare problemi, in Italia ce ne sono oltre 200 attivi, tutto dipende dalle modalità di progettazione, dai presidi ambientali che si prevedono e da come vengono gestiti. Anche la questione della presenza di topi o insetti è legata al modo in cui si opera e non al fatto che esista un impianto. A tale scopo la Provincia di Lecco ha presentato al Comune di Annone ed a S.I.L.E.A. una proposta di convenzione atta a garantire la partecipazione del comune con propri tecnici in tutte le fasi del processo, a partire dalla fase di realizzazione e sino alla fase di gestione a regime dell'impianto; prevedendo anche le modalità di intervento in caso di eventi problematici.
Tale proposta non ha ancora avuto risposta da parte del Comune di Annone, che non ha nemmeno provveduto a rinnovare il comitato sociale di controllo già previsto ed esistente. La Provincia di Lecco ha intenzione di organizzare una visita all'impianto di Bagnolo Mella, funzionante da anni, i cittadini ed i giornalisti interessati potranno chiedere di partecipare.
IL COMPOSTAGGIO NON INQUINA
Gli impianti di compostaggio non hanno emissioni di fumi o gas, mentre per quanto riguarda l'odore prodotto nel ciclo di trasformazione vengono previsti appositi presidi per impedirne la fuoriuscita.
Nel caso dell'impianto previsto ad Annone Brianza tali presidi consistono nella chiusura in celle ermetiche della prima fase (la più odorigena) del processo di trasformazione, nella concentrazione di tutto il ciclo all'interno di un capannone completamente chiuso e sottoposto a costante depressione interna ed infine nell'invio delle arie residuali - non più riutilizzabili nel ciclo - ad un biofiltro.
Il biofiltro è stato progettato in modo sovradimensionato ed a moduli, così da garantire la sua completa funzionalità ed efficienza anche nel momento degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. La raccolta delle acque è rigidamente suddivisa per le varie tipologie, di processo, di prima pioggia, di seconda pioggia…, ed è prevista in maniera tale da impedire ogni possibile fuoriuscita del percolato e delle acque di prima pioggia in ambiente naturale e nei corsi d'acqua.
IL COMPOST HA UN MERCATO IN ESPANSIONE
Il compost prodotto, ovviamente se di buona qualità, non ha problemi ad essere collocato visto che esiste una precisa indicazione europea che prevede la necessità di rinaturalizzazione dei terreni eccessivamente sfruttati da produzioni intensive e da concimi chimici; tale indicazione è già stata ripresa da diverse regioni italiani che addirittura finanziano questo processo e dovrebbe essere fatta propria anche dalla Regione Lombardia.
Il compost che verrà prodotto ad Annone Brianza sarà di ottima qualità, visto che le analisi merceologiche dell'umido raccolto in provincia confermano una impurità inferiore al 1 %, e potrebbe anche essere collocato sul mercato dei terricci per invasamento domestico.
IL SITO E' STATO VERIFICATO NEL RISPETTO DELLE LEGGI
In merito all'ubicazione dell'impianto occorre ricordare che è stata svolta un'accurata e positiva verifica in seguito all'autocandidatura del Comune di Annone, che evidentemente aveva ritenuto che un'area su cui già insisteva un fabbricato usato in passato per attività di macellazione potesse essere adatta al progetto in parola. Inoltre, tutti i ricorsi presentati successivamente sono stati respinti sia dal T.A.R. che dal Consiglio di Stato.
NON FACCIAMOCI CONDIZIONARE DAI PREGIUDIZI
Come si può rilevare da quanto sopraesposto un impianto di compostaggio ha un solo problema serio, la produzione di odori che scaturiscono dal ciclo di trasformazione, proprio per questa ragione su questo aspetto si è incentrata la più alta attenzione possibile e si sono introdotti i più moderni e funzionali presidi esistenti.
Possiamo dire con chiarezza che non è un'attività inquinante, non essendoci possibilità di rilascio di elementi dannosi per l'ambiente; risultano molto più problematici diversi impianti industriali, per i quali però l'attenzione dei cittadini è praticamente nulla in quanto le attività svolte non contemplano il termine "rifiuti". Come spesso accade ci si spaventa per un impianto che tratta scarti domestici di cucina e ramaglie del giardino, mentre non si pensa all'impatto reale che hanno, sul territorio, sulla falda acquifera e su fiumi e laghi, le attività agricole intensive o i campi da golf, ove vengono sparse enormi quantità di concimi ed antiparassitari; non sempre ciò che appare corrisponde alla realtà.


 
 
 
       

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