La
Cementeria di Merone
Lettera aperta della Holcim Spa a tutti
i cittadini del circondario meronese
Novembre 2005
a cura della Direzione Holcim

In un'ottica di trasparenza e con l'intento
di rassicurare i cittadini ribadendo come la sostenibilità
sia alla base dello svolgimento di tutte le attività dell'Azienda,
intendiamo far chiarezza sui risultati ambientali e sui combustibili
con cui alimentiamo i nostri forni e spiegare perché l'utilizzo
di rifiuti come combustibili alternativi nei forni da cemento
è da intendersi come un sicuro servizio alla collettività.
(Merone - 28 Ottobre 2005) - Da tempo abbiamo
dichiarato che la sostenibilità è il fondamento
della nostra strategia. Per noi sviluppo sostenibile significa
conciliare sviluppo economico, responsabilità sociale e
tutela ambientale. Siamo infatti consapevoli delle nostre responsabilità
e, per far fronte ad un impegno di lungo periodo e di tale portata,
in modo sempre più tangibile e consistente ci siamo dotati
di specifiche politiche attraverso le quali intendiamo realizzare
un percorso bilanciato lungo i tre assi dello sviluppo sostenibile.
Un percorso, di fatto, già caratterizzato da azioni concrete
svolte al fine di migliorare le nostre performance.
Con riferimento, per esempio
alla sola dimensione ambientale, gli investimenti effettuati nel
triennio 2002-2004 (peraltro già resi noti nel Rapporto
di Sostenibilità visibile sul sito www.holcim.it e distribuito
ai Comuni e a tutti i principali stakeholder), anche solo considerando
l'unità produttiva di Merone, sono stati consistenti ed
hanno riguardato:
- la sostituzione del filtro del camino principale del forno 5;
- l'ottimizzazione delle performance energetiche e produttive
dei forni 4 e 5;
- interventi per la riduzione del rumore;
- la sostituzione del camino del raffreddatore del forno 4 e eliminazione
del camino del raffreddatore del forno 5 di Merone, con conseguente
riduzione dell'emissione di polveri da 30-40 mg/Nm3 a 5-10 mg/Nm3;
- l'installazione di regolatori di portata sulle pompe di ricircolo
e di lago, con conseguente riduzione del 40% dell'acqua attinta
dal Lago di Pusiano;
- il revamping dello scalo ferroviario a Merone che, con l'arrivo
di un treno al giorno, già oggi, permette di sostituire
circa 30 automezzi con significativi miglioramenti a livello di
impatto ambientale quali la riduzione del traffico pesante, delle
emissioni in atmosfera e del rumore;
- l'installazione di un nuovo mulino verticale cemento che consente
migliori prestazioni ambientali in termini di risparmio energetico
e contenimento del rumore;
- la modifica al precalcinatore del forno.
Spesso la portata di questi interventi non solo non viene percepita
ma, addirittura, viene strumentalizzata da un'informazione imprecisa
che, per esempio, negli ultimi tempi ha fatto emergere l'accusa
di esserci trasformati o volerci trasformare in un impianto di
termovalorizzazione dei rifiuti, alimentando così la preoccupa zione
dei cittadini che, come circa il 70% dei dipendenti che lavorano
nello stabilimento e negli uffici di Merone tra cui alcuni Membri
del Comitato di Direzione di Holcim (Italia), abitano nei Comuni
limitrofi facenti capo alle provincie di Como e Lecco. Desideriamo
quindi fare chiarezza dichiarando cosa succede nei forni della
nostra unità produttiva di Merone (principale oggetto delle
critiche mosse), approfondendo qualitativamente e quantitativamente
la tematica dei combustibili utilizzati nella fase di cottura.
Ad oggi, nell'unità produttiva di Merone, bruciamo:
- come combustibili tradizionali: a) olio combustibile denso denominato
bitoil (67.863 tonnellate, al 30 Settembre 2005); b) carbone derivato
da petrolio denominato petcoke (6.278 tonnellate, al 30 Settembre
2005);
- come combustibili alternativi, sempre nel rispetto dei quantitativi
autorizzati e solo in parziale sostituzione dei combustibili tradizionali:
a) oli peciosi (5.785 tonnellate, al 30 Settembre 2005); b) miscele
oleose (6.881 tonnellate, al 30 Settembre 2005).
Il volume totale dei rifiuti utilizzati e recuperati come combustibili
al 30 Settembre è stato quindi pari a circa 13.000 tonnellate.
Come Holcim (Italia) Spa, abbiamo poi richiesto una variante ad
una autorizzazione esistente che consiste esclusivamente nella
modifica della tipologia di rifiuti ritirabili, lasciando inalterato
il volume totale di rifiuti utilizzabili e recuperabili come combustibili,
pari a 34.000 tonnellate (di cui 21.000 industriali). Con il D.d.g.
del 14 aprile
2005 la Regione Lombardia ha approvato e autorizzato tale progetto
di variante. In sostanza, quindi, non abbiamo aumentato i quantitativi
di combustibili alternativi utilizzabili all'anno ma abbiamo semplicemente
cambiato il mix di rifiuti che ne compongono i volumi, lasciando
assolutamente invariato il totale. Pertanto, non si realizza l'incremento
menzionato più volte dalla Rete delle Donne della Brianza
e Circolo Ilaria Alpi e quantificato in 100.000 tonnellate. Come
da BURL (Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia) N.23 del
6 giugno 2005, la ex Cementeria di Merone, oggi unità produttiva
di Holcim (Italia) SPA, non è diventata a tutti gli effetti
un impianto di termovalorizzazione ma rimane un cementificio.La
possibilità di utilizzare rifiuti nei forni da cemento
recuperandoli come combustibili alternativi è garantita
dalle caratteristiche stesse del processo produttivo stesso. Studi
condotti a livello internazionale, negli anni, hanno infatti dimostrato
come ciò permette alcuni vantaggi tra cui:
- l'assenza di modifiche qualitative e quantitative sostanziali
delle emissioni in atmosfera;
- il risparmio di risorse di origine fossile non rinnovabile;
- l'assenza di ceneri o di residui di combustione da smaltire,
poiché inglobate nel prodotto finito, senza pregiudicare
le caratteristiche qualitative del cemento.
Recuperando rifiuti e materiali che altrimenti finirebbero in
discarica o inceneriti offriamo quindi un servizio alla società,
eseguendolo in condizioni di massima sicurezza. Un esempio? Nel
2002 Holcim (Italia) con le sue unità produttive a ciclo
completo di Merone e di Ternate ha partecipato all'accordo tra
l'AITEC (l'associazione italiana dei cementieri aderente a Confindustria)
e i ministeri delle Politiche Agricole, dell'Ambiente e della
Sanità ed ottemperando alla Legge n. 49 del 9 marzo 2001
che, conseguentemente all'emergenza BSE, obbligava i produttori
di cemento a ciclo completo, al co-incenerimento delle farine
animali, al fine di smaltirle evitando che le stesse fossero reintrodotte
nella catena alimentare. Le farine erano prodotte da società
autorizzate sotto il controllo delle Autorità Sanitarie,
accedevano allo stabilimento tramite cisterne e camion sigillati
e venivano stoccate in un apposito impianto dal quale, attraverso
un sistema di trasporto completamente chiuso, venivano inserite
nel forno per essere utilizzate come combustibile in parziale
sostituzione di quelli abitualmente in uso. La sicurezza era altresì
garantita dalle caratteristiche stesse del processo produttivo
del cemento: nel forno, infatti, vi è una temperatura di
fiamma di 2000°C, la quale provoca durante la cottura (che
avviene a 1400°C) la distruzione totale delle farine nello
stesso processo di combustione. Ciò vale sia per rifiuti
pericolosi che non. A tal proposito si precisa che, secondo la
normativa vigente comunitaria e nazionale, i rifiuti vengono classificati
in base alla loro origine e alle caratteristiche di pericolosità.
In merito alla pericolosità, si può dire che i rifiuti
sono classificati come "pericolosi" o "non pericolosi"
in base all'appartenenza ad un elenco ufficiale, che tiene conto
della loro provenienza e delle loro caratteristiche chimico-fisiche.
La pericolosità è connessa alla loro non idonea
gestione e ad un abbandono non controllato nell'ambiente, ma non
alle attività di recupero o di smaltimento cui vengono
sottoposti.
Ricordiamo inoltre che, a seguito dell'utilizzo di qualsiasi tipo
di combustibile alternativo autorizzato, le cementerie sono tenute
a rispettare limiti alle emissioni decisamente più restrittivi
rispetto a quelli che dovrebbero osservare nel caso non utilizzassero
combustibili alternativi. A proposito di emissioni, è importante
evidenziare la presenza da tempo presso l'unità produttiva
di Merone di un sistema di monitoraggio in continuo "a camino"
che ci permette, grazie ai collegamenti a sistemi di visualizzazione
e di allerta dei parametri relativi agli inquinanti monitorati
- polveri, ossidi di azoto (NOx), anidride solforosa (SO2), acido
cloridrico (HCl), carbonio organico totale (COT) e monossido di
carbonio (CO) -, di intervenire in tempo reale sui processi ai
fini della prevenzione di eventuali fenomeni di inquinamento.
In merito ai metalli pesanti, ribadiamo che le analisi svolte
negli anni mostrano per Holcim (Italia) SPA valori che non solo
rispettano i limiti di legge ma che addirittura sono al di sotto
dei limiti di rilevabilità. In merito ai metalli pesanti,
ribadiamo che le analisi svolte negli anni mostrano per Holcim
(Italia) SPA valori che non solo rispettano i limiti di legge
ma che addirittura sono al di sotto dei limiti di rilevabilità.
Sempre relativamente alle emissioni, ci preme fare una precisazione
rispetto ai dati pubblicati nel rapporto ARPA del 2002 (spesso
strumentalizzati da vari movimenti), dove si afferma che a Merone
risulta presente il 36% di biossido di zolfo del totale della
provincia di Como, il 25% di ossidi di zolfo e 56 t/anno di polveri
(PM10). Così come indicato in una lettera già inviata
allo stesso Ente nel Marzo del 2003, la quantificazione dell'impatto
dell'unità produttiva di Merone in termini di emissioni
è illustrato all'inizio della relazione dell'ARPA e si
basa su stime ed elaborazioni effettuate nell'ambito di
INEMAR 1997 e non sulla base di controllo della qualità
dell'aria. Al contrario, i dati emersi dalla campagna di monitoraggio,
le cui conclusioni sono sintetizzate nella parte finale della
relazione, confermano gli sforzi compiuti dall'Azienda per ridurre
l'impatto ambientale. A tale proposito sottolineiamo come i dati
relativi al Comune di Merone siano in linea media con quelli degli
altri Comuni della Provincia.
Concludiamo ribadendo il nostro impegno nel voler continuare ad
evidenziare in modo trasparente gli obiettivi a cui miriamo, le
azioni intraprese ed i risultati.
Ci auguriamo che, come di consueto, i nostri interlocutori non
ci facciano mancare il loro contributo continuo, fornendoci stimoli,
idee e critiche costruttive che potranno essere inoltrate all'indirizzo
sviluppo.sostenibile-ita@holcim.com.
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