DA
CHE PULPITO ARRIVANO LE PREDICHE
Novembre 2006
On. Antonio Rusconi
Non ho l’abitudine di intervenire su ogni argomento, ma
la discussione che si è innescata sulla politica industriale
nella Provincia di Lecco a seguito della vicenda del trasferimento
dell’azienda ICAM ha assunto toni da opera pirandelliana,
dove gli attori recitano una parte a soggetto, indipendentemente
dai loro ruoli. In particolare mi colpiscono le accuse del Sindaco
di Lecco Faggi e dell’Assessore Perossi sulle responsabilità
politiche della Provincia di Lecco per una mancata politica industriale.
Ma scusate sono vent’anni che le aziende fuggono da Lecco,
gli spazi lasciati vuoti dai casi Badoni – SAE – Caleotto,
quale politica di riconversione industriale hanno portato se non
la rinuncia a ridisegnare la città di Lecco del futuro.
Sarebbe interessante conoscere l’elenco delle aziende che
sono entrate in questi anni a Lecco città e di quelle che
sono uscite e delle prospettive della nuova Caserma dei Vigili
del Fuoco che rischia di espatriare in Brianza. Leggo peraltro
su altra stampa che l’amico consigliere regionale Giulio
Boscagli ammonisce gli amministratori locali rispetto alla inopportunità
di nuovi supermercati nella Provincia di Lecco: forse non ci si
è accorti di quale è stata l’entità
dell’ultima espansione urbanistico- commerciale a Lecco
decisa negli ultimi due mesi? Verrebbe da dire con De Andrè:
“Si sa che la gente dà buoni consigli sentendosi
come Gesù nel tempio, si sa che la gente dà buoni
consigli se non può più dare cattivo esempio”.
E mi si permetta uno sfogo: da Sindaco di Valmadrera col nuovo
Piano regolatore ho favorito l’ampliamento di una vasta
zona industriale al di là della ferrovia; fui attaccato,
come è normale e fisiologico, dall’allora opposizione
di centro- destra e non mi risulta di aver ottenuto grande sostegno
da parte delle realtà politiche della città di Lecco.
Da amministratore non feci proclami: mi confrontai con imprenditori
e sindacati, trovando risposte concrete.Infine sulla vicenda ICAM
e il Comune di Nibionno: vi è stata la richiesta legittima
della Ditta ICAM di trasformare tramite sportello unico un’area
agricola di 35000 mq in una area industriale con una superficie
coperta di 25000. Ripeto, richiesta legittima, da verificare coinvolgendo
tutti i rappresentanti istituzionali anche per gli eventuali problemi
ambientali. Questo non è stato fatto dal precedente sindaco
Redaelli e il nuovo sindaco Negri, peraltro dirigente di azienda,
si è trovato in iter di approvazione sulla stessa zona
altre due domande di trasformazione da zona agricola ad industriale
per altri 45000 mq di superficie. Questa è la situazione
che la Giunta Negri si è trovata ad affrontare, con una
scelta autonoma, che posso condividere o meno, ma che riguardava
la destinazione di tutta una zona di oltre 80000 mq con cambio
di destinazione da agricola ad industriale. Rispetto alle critiche
dure che il segretario della CIGL, Anghileri, rivolge al mondo
politico, mi domando se una programmazione industriale del territorio
non è compito di tutti nell’interesse globale, perché
se domani mattina a Valmadrera, un’azienda di 200 dipendenti
ha bisogno di ampliarsi, secondo un dato di equità, non
dovrebbe essere un problema solo di quel territorio. Sinceramente,
ritengo il trasferimento dell’ICAM fuori provincia una sconfitta
per tutti, ma pure una responsabilità per tutti.Non so
e non penso esistano gli strumenti per cambiare scelta: la Provincia
di Lecco ha fatto 3-4 proposte di aree industriali che indubbiamente
hanno i costi delle aree industriali, ma questo è un problema
che coinvolge tutti gli imprenditori e su cui le associazioni
di categoria, penso, sapranno aprire al più presto un confronto
con gli amministratori. Se vi sono altre proposte o opportunità
in tempi brevi si esaminino: frattanto il Comune di Lecco sarebbe
opportuno riveli quali prospettive urbanistiche prevede sulla
zona occupata attualmente dall’ICAM. A Virginio Brivio penso
si possano imputare tante cose, non certo il coraggio di aver
affrontato il “progetto MAIS” tra mille difficoltà
degli amministratori locali e su questa scelta importantissima,
occorrerà chiarire al più presto i criteri per i
costi delle aree per i relativi proprietari e per gli acquirenti
e di assegnazione delle stesse. Con amicizia gli ricordo che la
storia è sempre più giusta e oggettiva della cronaca
della quotidianità e per dirla con don Rodrigo nel VI capitolo
dei Promessi Sposi “ quando mi viene lo schiribizzo di sentire
una predica, so benissimo andare in Chiesa, come fanno gli altri”.
On. Antonio Rusconi
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