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IL MIO LAGO DI PUSIANO

Novembre 2006
di Gerolamo Gavazzi

Agli inizi degli anni ‘90 il Lago di Pusiano offriva una triste immagine di sé. Era praticata la navigazione a motore, le strade rivierasche arano invase di cartelli pubblicitari, lungo le rive c’erano numerose baracche che fungevano da darsene, la scuola dì sci nautico federata al CONI esercitava la sua attività nel braccio di lago tra l’Isola e la riva, l’acqua era inquinata per gli scarichi fognari nel lago, si esercitava la caccia in più punti tra i canneti. In gran parte accadeva nella totale illegalità e nell’assoluto abusivismo.Furono fatti vani tentativi di sensibilizzazione presso alcuni. Sindaci dei paesi rivieraschi e presso il Parco Lambro. Nulla accadde. Si continuò a chiudere gli occhi sui manufatti e sulle attività abusive. La chiave di volta si ottenne con una denuncia alla Procura della Repubblica di Como. La pratica capitò sul tavolo di una giovane procuratrice, intelligente, capace, preparata, o anche molto carina.Questa non esitò a prendere la sua autovettura e a venire di persona a verificare i fatti denunciati; poi prese in mano il telefono e parlò dirottamento con uno o due Sindaci e sistemò le cose. Nel giro di pochi giorni i cartelli stradali firmo tolti, le darsene e i pontili abusivi furono smantellati. In seguito fu anche trasferita la scuola di sci nautico e fu vietata la caccia, segui un periodo di .particolare attenzione, per la tutela del lago; furono fatti numerosi -convegni, si attivò una collaborazione tra i sette Sindaci rivieraschi con costante attività consultiva. L’opinione pubblica fu sensibilizzata, ne parlarono i giornali. Si respirava una forte tendenza, comune e generale, uno sforzo unanime, per riportare il lago di Pusiano ai suoi antichi fasti.Il collettore fognario intorno al lago venne ultimato; vennero allacciate anche le frazioni e le case che non erano state collegate. La navigazione a motore fu abolita o riapparvero sul lago le barche a remi o quelle dotate di motori ‘elettrici. Le analisi delle acque migliorarono costantemente. fino a ritornare balenabili in alcuni punti del lago; venne istituito il battello turistico, propulso da motore elettrico, che porta in continuazione visitatori attiguo’ al lago. Fu basato. il centro di canottaggio, in luogo . dell’invasiva attività di sci nautico; ritornarono i pescatori, tu abolita la caccia. Nacque il CEDAL, meritevole associazione culturale per la tutela e la documentazione dal Lago di Pusiano. All’Isola dei Cipressi fu posto da parte della Sovrintendenza il vincolo monumentale per l’interesse storico a artistico particolarmente importante della località. Insomma la gestione del lago sembrava essersi incamminata in una fase evolutiva degna di un paese civile. Purtroppo lo sforzo comune ha perso recentemente l’energia propulsiva; non esiste più la consulta dei Sindaci, sono sorte case e villette lungo le rive, e addirittura capannoni industriali nei canneti, costruiti con licenze rilasciate in barba alle leggi di tutela e ai buon senso. Sono riapparse barche a motore c gommoni propulsi da motori a scoppio inquinanti; i club canottieri utilizzano anch’essi barche con motori non idonei. Il battello “eco compatibile” non utilizza più i motori elettrici di cui era dotato inizialmente; il CEDAL è stato sfrattato dal palazzo Beauharnais. Insomma si sta facendo marcia indietro. Al Parco Lambro sono state fatte segnalazioni, ma nulla si 6 mosso. Su un quotidiano di Como di sabato 02 settembre appare un articolo che annuncia “la grande attesa” sul lago di Pusiano per il ritorno dello sci nautico; evento addirittura sponsorizzato dalla Comunità Montana del Triangolo Lariano e dalla “disponibilità del suo vice presidente”. La domenica successiva un motoscafo percorreva ad alta velocità la tratta tra l’Isola c la riva con le conseguenze cha si possono immaginare per i canneti, per le barche nelle Darsene e per l’erosione delle rive, sembra incredibile clic nessuno dica nulla se i motoscafi non solo vanno su acque dove per legge la navigazione a motore è vietata, ma ‘addirittura .vanno a velocità sostenuta a ridosso dei canneti provocando.. danni all’eco sistema, con la benedizione delle autorità locali. E’ proprio difficile nel nostro paese acquisire un normale senso civico. E a questo punto mi chiedo; il Parco della Valle del Lambro serve? Che attività di tutela svolge sul lago? Se non fa nulla per la sua tutela aboliamolo; non lasciamo un carrozzone se serve solo a pagare qualche stipendio e qualche emolumento.

Gerolamo Gavazzi

 
 
 
       

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