Giubileo
di Lourdes
Novembre 2007
di Enrico Viganò
La devozione alla Madonna è molto
sentita nei paesi del territorio erbese. La presenza a Erba di
Radio Maria e Radio Mater hanno favorito il radicamento di questa
devozione. E poi, in quanti nostri giardini sono ben visibili
piccole grotte di Lourdes. Il santuario di Monguzzo, inoltre,
dedicato alla Vergine di Lourdes, è da sempre, ma soprattutto
recentemente, punto di riferimento e meta di pellegrinaggi di
fedeli delle parrocchie erbesi. E senz’altro lo sarà
ancora di più il prossimo anno. L’8 dicembre, infatti,
inizierà l’anno giubilare per ricordare il 150mo
anniversario delle apparizioni della Madonna a Bernardetta Soubirous.
Davanti alla Grotta di Massabielle ha ripreso forza la vita spirituale
di molti cristiani, hanno trovato la salute molti ammalati e hanno
ritrovato Dio migliaia di persone senza speranza. Che cosa si
irradi da quella roccia è indescrivibile. Lì c’è
un pezzo di Cielo. C’è tanta pace, serenità
e grazia. Si avverte la presenza di Colei che negli ultimi due
secoli, e in questo inizio Millennio, ha preso per mano l’umanità
per guidarla a Dio. Prima di Lourdes, la Vergine Maria era apparsa
a Sante Caterina Labourè della medaglia Miracolosa (1830),
poi a La Salette (1846). Ma è stato soprattutto nel secolo
scorso che Maria ha mostrato il suo amore per l’umanità:
in ben 57 luoghi differenti della Terra sono state segnalate apparizioni.
Alcune sono più “importanti” di altre: come
Fatima, Banneaux, Caiazzo, alle Ghiaie di Bonate, Garabandal,
Akita, Civitavecchia, e infine Medjugorie. Viene naturale chiedersi
perchè la Madonna in questa nostra epoca si sia manifestata
così frequentemente e perchè da ventisei anni continui
ad apparire a Medjugorie. La nostra generazione, e lo constatiamo
ogni giorno, ha perso la bussola dei valori fondanti l’esistenza
umana: chi sono, perché vivo, dove vado, che cos’è
la libertà, che cos’è il male…. L’uomo
non sa più rispondere a questi interrogativi. O meglio,
preferisce non rispondere. Non sa più distinguere tra il
bene e il male. Il relativismo è sempre più imperante.
La Madonna conosce bene i tempi in cui viviamo. Con la sua continua
e costante presenza vuole scuoterci dal nostro torpore e fare
tutto il possibile per salvarci, risvegliando in noi la fede nella
misericordia di Dio. In questi ultimi anni ho visitato diversi
santuari europei, da Loreto, Lourdes, Mariazell, Banneaux, Altotting
e Medjugorie. Medjugorie è senza dubbio il santuario che
più ti lascia il segno. Là tutto è diverso.
Una “diversità” tangibile ovunque, in chiesa,
per strada. Gli stessi inservienti dei negozi e degli alberghi
hanno un modo di rapportarsi “diverso”. Percorrendo
poi il sentiero brullo, impervio del Podbrdo, la collina delle
prime apparizioni, in mezzo a tanti pellegrini, scalzi, con i
piedi sanguinanti, che pregano con una intensità mai vista,
non si può restare indifferenti. Sul Podbrdo tutto trasuda
di soprannaturale. E poi tanti giovani. Giungono da ogni parte
del mondo, a migliaia, magari per curiosità. E lì
succede qualcosa che fa cambiare la loro vita. Li vedi durante
la recita del Rosario e la celebrazione della Messa serale nel
piazzale retrostante il santuario che pregano in ginocchio per
ore sulla nuda terra, ricoperta da uno strato di ghiaia. E in
quei canti melodiosi e corali, in quel pregare semplice, nella
ripetizione continua di Ave Maria e Padre Nostro scoprono una
dimensione interiore nuova della loro vita. Scoprono Dio. Come
già a Lourdes, anche a Medjugorie la Madonna invita alla
conversione, a non vergognarci di essere cristiani, a non lasciarci
intruppare nella massa, ad andare controcorrente. Nei suoi innumerevoli
messaggi lasciati in questi anni ai sei veggenti suggerisce anche
quali dovranno essere gli strumenti per tornare a Dio: la recita
del Rosario ogni giorno, il digiuno, la lettura della Bibbia,
la Confessione e l’Eucarestia. La solita solfa, dirà
qualcuno. Cose che già sapevamo. Almeno razionalmente,
ma che abbiamo dimenticato di viverle con il cuore. Recitare decine
e decine di Ave Maria può diventare un automatismo, se
viene a mancare l’intensità del cuore. Pensiamo a
quante volte due innamorati si ripetono la frase “ti amo”.
E senza mai stancarsi: più la dicono e più sentono
il desiderio di ridirla.Enrico Viganò |