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La Regione concede alla Cementeria deroghe sugli inquinanti in atmosfera

Novembre 2007
di Enrico Viganò

Ancora una volta la Holcim ha ottenuto ciò che voleva. La Regione Lombardia ha concesso alla multinazionale di poter bruciare nel cementificio di Merone oltre 100 mila tonnellate l’anno e le ha accordato alcune deroghe oltre i limiti consentiti dalle normative europee per le emissioni di certi inquinanti.
E così dalle ciminiere della Cementeria di Merone potranno uscire Ossidi di Zolfo fino a 200 mg/mc, anziché 50 e quindi in quantità quattro volte superiore al limite stabilito dalle disposizioni europee, Ossidi di Azoto fino a 1.200 mg/mc, anziché 800 (50% oltre il limite!) e Carbonio organico fino a 50 mg/mc, anziché 10 (5 volte oltre il limite!). Inoltre, nel decreto regionale firmato dal dott. Carlo Licotti, si concede pure alla Holcim di bruciare ogni anno 104 mila tonnellate di rifiuti di diversa provenienza. In particolare: Residui peciosi, considerati “pericolosi”, fino a nove mila tonnellate anno, Oli usati e miscele oleose, anch’essi definiti “pericolosi” fino a dodici mila t/a; CDR (sigla che significa Combustibile Derivato dai Rifiuti) fino a dieci mila t/a; Fanghi da depurazione: tredici mila t/a; Farine animali: ben quarantacinque mila t/a; Grassi animali: quindici mila t/a. Insomma di tutto di più.
L’Autorizzazione Integrata Ambientale (in sigla AIA) era stata approvata dalla Regione Lombardia il 15 ottobre scorso, ma il contenuto del documento ancora non era noto. A renderlo pubblico ha pensato il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” di Merone con un comunicato stampa.Il documento AIA siglato in Regione è molto importante perché stabilisce i limiti massimi di emissione consentiti ai cementifici. Questi limiti sono regolati da precise disposizioni legislative europee e nazionali. La Holcim di Merone aveva chiesto nei mesi scorsi diverse deroghe. E la Regione ne ha accettate alcune, pure in presenza del parere contrario delle associazioni ambientaliste. Non solo, ma nelle settimane scorse, il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” di Merone aveva diffidato il dirigente regionale Carlo Licotti a rilasciare l’autorizzazione “fintanto che venga acquisita la Valutazione di Incidenza per i Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.) lago di Alserio e lago di Pusiano e venga realizzato uno studio epidemiologico sulla popolazione residente nell’area di incidenza delle ricadute derivanti dalle emissioni prodotte dall’attività di incenerimento dei rifiuti nei forni della cementeria Holcim di Merone.” Niente da fare. La decisione regionale è passata sulla testa dei cittadini. Anche i comuni di Merone e Monguzzo erano contrari sia alla prima che alla seconda bozza del documento. Poi avendo ottenuto garanzie precise, hanno sottoscritto il testo finale. “Ai primi di novembre – dice Massimo Petrollini, assessore all’ecologia di Merone – abbiamo ricevuto il documento finale. I primi due erano stati da noi respinti. Ora faremo analizzare dai nostri esperti il contenuto di questo terzo accordo per comparare se quanto scritto corrisponde a quanto è stato detto in sede di conferenza dei servizi. In caso contrario, valuteremo con i nostri avvocati quale strada percorrere”. Rete Donne della Brianza e il Circolo Ilaria Alpi di Merone denunciano “la scelta della Regione Lombardia che, in accordo con l’ARPA di Como, ha favorito gli interessi della Holcim a scapito dell’ambiente e della salute dei cittadini”. Le due associazioni ambientaliste locali invitano anche “gli amministratori locali (sindaci, consiglieri comunali, provinciali e regionali) ad attivarsi per chiedere l’annullamento dell’autorizzazione regionale. In particolare chiediamo ai Comuni di Merone e di Monguzzo, che inizialmente si erano detti contrari alla concessione delle deroghe, di ricorrere al TAR contro la delibera regionale; se non lo faranno è perché si ritengono d’accordo con la Regione e quindi con la Holcim”. E invitano anche i cittadini alla mobilitazione per far sentire la loro voce, “scrivendo alla Regione per protestare contro questo atto di imperio che lascerà nell’Erbese gli inquinanti che andranno a peggiorare la qualità dell’aria e quindi la salute”. A questo punto vengono spontanee alcune domande: è questo il tanto decantato “sviluppo sostenibile” voluto dalla Holcim? Non ha sempre sostenuto di attenersi alle “normative di legge” per le emissioni dei fumi dalle ciminiere? Perché allora le “deroghe”?

Enrico Viganò

 

Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” di Merone motivava il parere contrario alle deroghe alla Holcim sul fatto che “le emissioni derivanti dalla cementeria Holcim di Merone, ricadono nel territorio compreso nei Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.) del lago di Alserio e del lago di Pusiano, che la cementeria Holcim di Merone è inserita in un contesto fortemente antropizzato, con abitazioni distanti pochi metri dallo stabilimento; che il territorio Erbese è inserito nel “bacino idrografico dei fiumi Lambro, Seveso e Olona”, dichiarata “area ad elevato rischio di crisi ambientale” dalla Giunta Regionale della Lombardia” e sul fatto che la Cementeria di Merone “ già oggi brucia nei propri forni rifiuti pericolosi e non, di diversa provenienza e tipologia”, e che già in passato è stata al centro “di numerose segnalazioni per presunte molestie di natura olfattiva”.

 
 
 
       

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