La
Società del Teatro di Canzo
Novembre 2007
di Giuliana Panzeri

La Società del Teatro di Canzo fu
fondata nell’aprile del 1828: la località vallassinese
assumeva allora il ruolo di frequentatissima stazione turistica
e di villeggiatura, a due passi da Milano, che ancora oggi ne
segna la vivace fisionomia. Il teatro, piccolo ed accogliente
gioiello, fu costruito su progetto dell’’architetto
milanese Gaetano Besia, con affreschi del celebre pittore Tessa,
e vi operò Alessandro Sanquirico, scenografo del Teatro
alla Scala. Facoltosi privati vollero una sala teatrale che “accogliesse
in eletto circolo le villeggianti famiglie col rendere più
care e deliziose le sere già protratte dell’autunno
e presentar sapesse in pari tempo una nuova risorsa all’industria
e al commercio del paese”. Dopo una lunga stagione di opere
di prosa, melodrammi, ma anche feste e serate benefiche, negli
anni Trenta del Novecento l’edificio ospitò proiezioni
cinematografiche, finchè i necessari restauri degli anni
Ottanta ne suggerirono il ritorno alla primitiva destinazione.
A partire dal 1991 le stagioni teatrali riprendono il loro corso
sul palcoscenico canzese, con spettacoli di prosa e di musica
che richiamano pubblico da tutto il comprensorio. “L’esperienza
come sala cinematografica terminò negli anni ’70,
quando la televisione cambiò il modo di vivere le serate.“
ricorda Alessandro Pontiggia, memoria storica del teatro canzese
per il suo impegno prima da Assessore alla Cultura, poi in veste
di Sindaco ed ora insieme agli altri volontari, che si attivano
ogni volta che il Sociale spalanca le sue porte a spettacoli ed
eventi. “Quando la nevicata del 1985 ci costrinse a rifare
il tetto, fu poi deciso il completo restauro pensando di ricavarne
una sala polivalente. Ma la riscoperta della struttura rese evidente
ai nostri occhi che l’edificio era e non poteva essere che
un teatro: ci siamo resi conto di avere la fortuna di possederlo
e l’impegno e l’obbligo di valorizzarlo.” Sono
molte le compagnie, i registi, gli attori, passati da Canzo –
citiamo fra gli altri Gianrico Tedeschi, Franca Valeri, Paolo
Ferrari, Nino Castelnuovo, Nando Gazzolo, Ilaria Occhini, e poi
Alessandro Haber, David Riondino, Gianfranco D’Angelo. “Nei
primi anni” sottolinea Pontiggia “fu fondamentale
il rapporto con il Teatro Filodrammatici di Milano, che offrì
sostegno ed orientamento nel panorama teatrale. Altre collaborazioni
si sono aggiunte nel tempo, ad esempio quella con l’Autunno
Musicale e quella attuale con il Teatro Sociale di Como.”
Per quanto riguarda il pubblico, vi è un costante afflusso
di appassionati, anche se il teatro ha naturalmente bisogno del
prezioso sostegno degli sponsor oltre che delle amministrazioni.
Racconta Pontiggia: “L’unico rammarico è che
fatichiamo a diminuire l’età media degli spettatori,
e da quest’anno a questo scopo abbiamo introdotto nel programma
due appuntamenti pomeridiani di “Teatro in Famiglia”.
A giocare un ruolo fondamentale è anche la presenza di
una Compagnia Filodrammatica Canzese, i cui attori sostengono
il teatro insieme agli altri volontari e vi presentano i loro
allestimenti. Ma come appare l’evoluzione del mondo teatrale
dal distaccato ma originale ed attento punto di osservazione di
Canzo? “Io credo che il teatro sia molto cambiato”
afferma Pontiggia. “Oggi la ricerca e l’avanguardia
hanno più spazio, ed anche nel nostro cartellone non manchiamo
di inserire ogni anno una proposta di questo tipo, più
“difficile”e più vicina all’attualità.
Sono cambiati anche i mezzi: ricordo che un tempo l’arrivo
di ogni compagnia comportava uno spostamento di oggetti, costumi,
scene, insomma un grosso lavoro, con molteplici abilità
artigianali in gioco. Oggi il teatro è fatto più
di persone che di oggetti, ed hanno un ruolo molto importante
alcuni aspetti tecnici, soprattutto le luci. Personalmente apprezzo
queste innovazioni, questa possibilità di essenzialità,
di sintesi, di un uso personalizzato dei mezzi anche tecnologici.
Giuliana Panzeri |