Giornale della Brianza
"Un giornale scritto dai propri lettori ..."
Direttore: Paola Sandionigi

  Sezioni  
 


PRIMA PAGINA
Politica
Cronaca
Sport
Economia
Curiosità
Associazioni
Approfondimenti
Tempo libero
Cultura e Arte
Ambiente

 
  La Goccia ...  
 
brianzolitudine
del direttore

che fa traboccare il vaso
comics
collegio 10
dal futuro
del lago di Pusiano

d'arte

dal web

da togliere
di evasione
di filosofia
di giustizia
di salute
di sapore
di sudore
di umorismo
di vino
d'oriente
iridata
sullo spartito
a quattro zampe



 
  Le altre pagine  
 
I links

Numeri utili
 
 
 

Un'anima tra due latitudini

Novembre 2008
di Antonio Martone

Una delle prime cose percepibili, non appena si arriva in Africa è l’alta considerazione degli africani per l’Italia. Un attrazione fatale, che prescinde dal rapporto, non sempre facile intrattenuto con i nostri connazionali, incredibilmente paragonabile allo stesso amore tormentato dei tedeschi per il nostro paese. Ancora più interessante: tutto in Italia convive apparentemente senza problemi con una lunga serie di insofferenze ed antichi pregiudizi, anche di natura sociale ed economica. Nulla di nuovo. Però l’attrazione si differenzia per due caratteristiche. Per Goethe e per i suoi connazionali romantici, l’Italia è un paese indicibilmente bello “…affascina,lusinga e intriga…” fino a trasfigurarli, sempre pronti però a riaversi con orrore da questo stravolgimento. Una leggera follia li trasforma, una volta attraversato il confine: come salmoni che risalgono la corrente, in estenuanti lunghe code sembrano ubbidire a un profondo e segreto impulso naturale.
Gli africani invece arrivano in Italia soprattutto per lavoro, ma i giovani hanno la luce negli occhi e l’entusiasmo alimentato dai primi rudimenti scolastici, dai racconti di missionari, medici senza frontiera, volontari più in generale, di qualche vecchio libro di storia e anche di immagini televisive che fortunatamente in alcuni luoghi ancora non arrivano.
Il parallelo può sembrare azzardato e forse lo è. Anch’io ho vissuto l’esperienza dell’emigrante e posso affermare che oggi è difficile trovare un emigrante o settentrionale che tra loro non abbiano un parente, un amico, un conoscente con il quale si va d’accordo.
I grandi artisti stranieri, in passato arrivavano al sud, dal cui sole si ripromettevano una più rigogliosa fioritura della loro arte. Nel libro ‘Tonio Kroger’, Thomas Mann scrive: …è ormai passato il tempo del cielo di velluto azzurro, vino che arde nelle vene e della dolce sensualità… In breve non mi và, tutta quella bellezza mi rende nervoso e poi non sopporto quella gente terribilmente vivace con quello sguardo di diffidenza e chiusura. Era il richiamo della ‘gelida spiritualità’ che si traduce in un concetto mediano che sembra in parte un vero e proprio razzismo simbolico che mette da parte l’eticità teutoniche e rigide e dall’altra l’addolcimento e arricchimento del colore e della fantasia. In pratica l’autonomia e l’indipendenza del nord germanico si arrocca per poi, in modo altalenante rimanere attratta dal nostro paese. Com’è vero: c’è sempre qualcuno che è più a sud o nord di te, non è una questione semplicisticamente geografica.
Mi domando: i turisti del nord Europa arrivano, tramite agenzie, portanto i loro denari; gli africani portano le loro braccia, tramite le psuedo agenzie di sfruttatori. E noi chi siamo? A questo punto è azzardato paragonarci ad una associazione allargata ed aperta che vive del contributo/monetario di soci ricchi e del contributo/lavoro dei soci poveri. Mi piace immaginare una allegorica oasi per uccelli migratori.
Se così fosse, nella società civile e progredita quali dovrebbero essere i nuclei, gruppi sani che a loro volta partecipino in cellule più ampie e via via in assemblee più allargate. Questo è avvenuto sociologicamente in passato ed avverrà ancora. Ma il percorso può essere breve, facile, condiviso oppure lungo, doloroso, se non addirittura con sopraffazioni. Basta stabilire le regole e rispettarle e farle rispettare: chi non le rispetta che torni pure al nord o sud o all’est che sia. Tutto questo nella salvaguardia di chi resta, di chi ha nella memoria non solo l’Italia campione del mondo di calcio, ma nazione di cultura, storia, arte e vita.
In sei anni e mezzo, nel Lecchese è raddoppiato il numero degli stranieri. Erano 10500 nel 2001, sono passati a 24600 nel luglio del 2007 ed il 75% è iscritto alle anagrafi comunali. Nell’ultimo anno il trend di crescita più marcato si è registrato nella nostra provincia. I dati sono contenuti nel rapporto redatto dalla fondazione Ismu. Dalla relazione emerge significativamente che 2 su 5 sono occupati a tempo indeterminato e che le case di proprietà tra gli immigrati è pari al 28,6%.
Per completezza, analoghe percentuali possiamo riscontrarle in Liguria, Toscana e Costiera Amalfitana per i nordici.

Antonio Martone

 
 
 
       

La Goccia Briantea è un periodico mensile di informazione, politica,
cultura, spettacolo, umorismo e associazionismo.
Il sito, ottimizzato per versioni di INTERNET Explorer e NETSCAPE superiori alla 4.0,
è gestito dall'Associazione "La Goccia" (Rogeno - LC)