
Il pozzo di Talete a cura di Lorenzo Buttini
Ottobre 2005
FILOSOFIA VERITA' FALSI DEI
(Seconda parte)
Partendo dalla filosofia come ricerca
della verità incontrovertibile giungemmo all'odierna situazione
del suo parcellizzarsi in divergenti visioni del mondo con la
pretesa di valere ognuna per la verità assoluta non solo
da divulgare ma imporre. L'esito fallimentare di questo"titanismo",secondo
la definizione del Natoli, è stato visto come tramonto
delle ideologie, che ha prodotto una diffusa delusione e la perdita
di punti di riferimento per molti. Ma sono tramontate le ideologie
o sono sorti altri dei, "dei effimeri, dei di un giorno solo
ma già troppo lungo"? A generarli è il "danaro"
che già P.Siro definiva "il governo unico di tutte
le cose". Il denaro è diventato il dio egemone,dio
oggi come oggi anonimo, invisibile e perciò più
pervasivo. Natoli prosegue:"la macchia della ricchezza fabbrica
un'infinità di dei giornalieri per soddisfare i bisogni
che essa produce". Questi dei effimeri surrogano la salvezza
o meglio all'idea di salvezza fanno subentrare quelle di benessere
e felicità, viste non come completamento di una vita ben
vissuta, ma come benessere fisico, "fitness". Perciò
un rapporto strumentale con uomini e cose cui non ci si vuol legare
per paura di essere prigionieri; essendo tutto irrilevante non
v'è nulla per cui valga impegnarsi. Si vuol godere la vita
nella sua immediatezza; riempire il vuoto dell'esistenza in ogni
modo anche stordendosi con la droga; fingere anche con noi allegria
per non cadere in depressione; impegnarsi in qualcosa senza realizzare
nulla; frequentare persone senza stabilire alcuna autentica relazione
con loro.
Di questi nuovi idoli, pur se effimeri, oggi non si riesce a farne
a meno.

La domanda che si pone e ci pone il Natoli è se vi sia
ancora la possibilità di immaginare un mondo popolato da
dei veri. La risposta è affermativa se percepiamo la presenza
del divino nel mondo. Riporto le testuali parole per non tradirne
il significato o farne venir meno la bellezza. "Gli dei appaiono
nelle sorgenti da non inquinare -e sono gli dei delle fonti- nel
malato da curare, nel reciproco generoso dedicarsi degli uomini
nel bisogno che non salva ma sostiene. Gesto di custodia è
quello dell'educare, di introdurre e di avviare le giovani generazioni
alla vita: è così che ognuno si sente per l'altro
dio protettore. E da sempre è divina la passione che accende
l'amore -Afrodite sovrana- ma non lo è di meno la fedeltà
che lo alimenta e non lo fa appassire. Divina è per gli
uomini la giustizia -l'eterna Dike- e dei della città divengono
coloro che si impegnano per la sua prosperità, che contrastano
gli egoismi e fanno in modo che la riuscita del singolo non vada
a discapito dei più ma sia funzionale al bene di tutti…
E' giunto il momento che ogni uomo cominci a trattare tutto quel
che esiste, preso nella sua singolarità, come Dio. Ogni
cosa è infatti divina nella sua unicità e va rispettata
e custodita per quel che è, così come è nella
sua irripetibilità…sentire divine le cose…venerarle.
Quest'atteggiamento coincide con la "pietas" degli antichi…che
è poi quella cristiana…tramite la pietà la
natura bilancia la sua violenza, plasma la sua potenza e la trasforma
in forza fecondante e benefica…Ma la pietà soprattutto
venera. Il termine greco per pietà è "eusebeia"
dal verbo "sebomai" che vuol dire "mi ritraggo,
arretro timoroso, non entro in territorio sacro". La pietà
così intesa ha poco da spartire con un atteggiamento patetico
e sentimentale; è tutt'altro che un commuoversi…La
pietà infatti non invade mai lo spazio dell'altro…muove
se si sente chiamata, e poi è tutt'altro che triste, gioisce
della felicità dell'altro. Chi invidia distrugge. E Satana
tentò l'uomo di superbia per farlo cadere perché
ne era invidioso. Se si guarda al mondo in cui viviamo alla luce
della pietà ci si rende conto di quanto esso sia distante
da Dio, di come l'idea stessa di pietà sia irrealistica.
Nel mondo contemporaneo sono all'opera potenze antidivine che
impediscono di riconoscere il divino. Sono gli idoli che illudono,
deludono, deviano. D'altra parte è necessario che gli dei
siano fallaci perché se ne producano di nuovi e l'inganno
continui. Gli idoli nuovi e vecchi sono stati abbattuti dall'incarnazione
di Dio che per me nient'altro significa se non il divino nel mondo,
noi stessi dei. E quand'anche gli idoli non fossero stati definitivamente
abbattuti esiste un punto di vista che li rende battibili. Non
so se, o quanto, questa mia convinzione possa dirsi cristiana.
Ritengo però che non ne sia del tutto estranea se Giovanni,
a suo modo, ne suggerisce già l'idea "nessuno ha mai
visto Dio; se ci amassimo gli uni con gli altri, Dio rimane in
noi e l'amore di lui in noi è perfetto" (2 Gv.,4,12)".
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