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DAL GHISALLO AL MURO

Ottobre 2006
di Isa Farina

Dal Ghisallo al muro, l’epopea del ciclismo in Lombardia. Un ciclo di appuntamenti davvero molto intenso, tutti idealmente legati tra loro dalla figura e dell’attività di Vincenzo Torriani, di cui quest’anno si commemora il decennale della scomparsa. Grande amante del ciclismo e dei suoi valori, Torriani ha dedicato mezzo secolo alle corse su due ruote, divenendo storico “patron” del Giro d’Italia e di tutte le corse promosse dalla Gazzetta dello sport. Il suo legame con la Vallassina è di lunga data: fu proprio lui, nel 1960, a voler inserire nel tracciato del Giro di Lombardia il Muro di Sormano, a quei tempi una mulattiera, relativamente corta (1800m) ma terribilmente ripida (dagli 827 m della base sale fino ai 1124 de La Colma), che i contadini percorrevano per raggiungere gli alpeggi più alti. Lo scorso anno, alla presenza di Vito Taccone e di Imerio Massignan, due grandi campioni degli anni Sessanta, fu ufficialmente posata la prima pietra per l’inizio dei lavori di restauro del Muro, a cura del Comune di Sormano e della Comunità Montana del Triangolo Lariano. Oggi, a dodici mesi di distanza, le opere sono state terminate e venerdì 13 ottobre sarà dato il benvenuto ufficiale al “nuovo” Muro con una “ciclofiaccolata” (ore 20.30) organizzata dal comune di Sormano in collaborazione con il Cicloteam di Canzo. Oltre al rifacimento del manto stradale, è stata apposta una segnaletica orizzontale che informa il cicloturista sull’altimetria, la pendenza e i tempi di percorrenza. A trasformare il Muro in un vero e proprio “album storico” a cielo aperto provvedono poi – scritti a vernice sull’asfalto – stralci di dichiarazioni che i campioni degli anni Cinquanta e Sessanta resero ai giornali dell’epoca a proposito di questa salita. Di grande ciclismo si parlerà giovedì 12 ottobre in un incontro-dibattito che si terrà alle ore 21 presso il Teatro Sociale di Canzo. Campioni di ieri e di oggi, giornalisti e dirigenti si confronteranno su quei valori tanto cari a Torriani (fatica, sacrificio e coraggio) ma messi in dubbio da vicende d’attualità. Saranno presenti Fiorenzo Magni, campione degli anni ’50, oggi presidente della Fondazione Museo del ciclismo del Ghisallo, Candido Cannavò (giornalista, per quasi 20 anni direttore della Gds) e Adriano Arioli (responsabile del Settore giovanile nazionale della Federazione ciclistica italiana. Venerdì 13 ottobre (ore 12, presso Villa Rizzoli a Canzo, ingresso a invito), si terrà invece la cerimonia di consegna del Premio Torriani, promosso dall’associazione Emilio De Martino. Giunto alla nona edizione, il premio è destinato “a chi ama il ciclismo e lo fa vivere”. I vincitori di quest’anno sono Giuseppe Saronni, Renato Di Rocco e Pietro Ferrero. In concomitanza con il 100° Giro di Lombardia (sabato 14 ottobre), nelle sale del nuovissimo Museo del ciclismo del Ghisallo, sarà aperta la mostra tematica dedicata a Vincenzo Torriani. Un’esposizione ricca di immagini e documenti originali, curata dai figli Gianni e Marco, visitabile fino al 22 ottobre. «Il museo sarà un autentico archivio della memoria dove i visitatori potranno trovare materiale documentario su tutte le epoche, ma anche una “struttura viva” – spiega il presidente Fiorenzo Magni – con sale in grado di ospitare convegni, dibattiti, proiezioni». E’ prevista anche l’attivazione di un Centro Studi sulla Medicina sportiva, gestito dall’Università dell’Insubria e dedicato prevalentemente all’educazione antidoping; un Centro studi sul design della bicicletta, in collaborazione con le università e una Scuola di mountain-bike, per creare un rapporto tra il museo e il territorio prealpino in cui è inserito.Don Luigi Farina, parroco di Magreglio e rettore del Santuario della Madonna del Ghisallo, sottolinea la complementarietà tra l’edificio sacro e la struttura espositiva: «Un abbinamento perfetto. Chi verrà a visitare il Santuario, grazie al Museo potrà così approfondire la propria conoscenza del mondo del ciclismo e viceversa».

Iris Farina

 
 
 
       

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