Io,
che pago tasse fino all’ultima lira…
Ottobre 2007

Resto strabiliato dalla “caccia alle
streghe” che si sta verificando in questi giorni. Dai dati
emersi recentemente Treviso risulterebbe l’oasi dell’evasione
fiscale itagghiana. Sembrerebbe, infatti, che i più grandi
frodatori dello Stato si siano concentrati nella Marca. La Guardia
di Finanza si vanta di aver recuperato circa un centinaio di milioni
di euro. Ma la visione presentata mi sembra un po’ miope,
manca in tutto questo “studio” un confronto con le
ricerche effettuate in altre parti d’Itagghia. La mia domanda
spontanea è: ma nelle restanti regioni itagghiane quante
verifiche sono state effettuate? Vorrei proprio vedere i risultati
delle indagini e metterli a confronto con i nostri. A me risulta
che la provincia di Treviso si posiziona nell’ultima delle
6 fasce di irregolarità fiscale redatte dall’Istat.
Infatti, secondo i più recenti dati dell’Istituto
nazionale di statistica, pubblicati a settembre 2005, gli irregolari
in Veneto erano mediamente l’8,7%, una percentuale inferiore
rispetto alla media del Nord-Est (9,3%) e molto più bassa
rispetto alla media nazionale (13,4%). Nel Centro-Nord l’irregolarità
è tra il 7 e 14%. Invece, nel Sud Itagghia persiste un
elevato tasso di irregolarità: tra il 14 e 31%! Intere
regioni del Sud hanno una evasione fiscale che è tre e
anche quattro volte quella di Treviso! E secondo l’Eurispes
in Calabria il sommerso è aumentato nel 2005 di un ulteriore
2,3%. Quanti controlli sono stati fatti in quelle regioni? Inoltre,
è bene ricordare che oltre all’economia sommersa,
esiste anche l’economia criminale riconducibile soprattutto
a organizzazioni mafiose, che “lavorano” soprattutto
in tre grandi regioni del Mezzogiorno e che controllano l’economia
locale. Anche questa attività è stata quantificata,
ma non dall’Istat: la Direzione investigativa antimafia
ha stimato il giro d’affari non contabilizzati in 100 miliardi
di euro l’anno. A tutto ciò si aggiungano i numerosi,
da sempre, interventi di fiscalità agevolata nel Mezzogiorno.
Comunque non mi sorprende che si venga a “pescare”
nella Marca, un “mare” ricco di aziende. A fine 2005
si contavano a Treviso 84.169 imprese, circa un’impresa
ogni 10 abitanti, una densità imprenditoriale maggiore
rispetto all’Itagghia (8,7 ogni 100 abitanti). È,
quindi, logico che si prelevi qui da noi per pagare le “male-azioni”
del governo, che vedo sempre più “arrampicarsi sugli
specchi” per reperire fondi e gettare fumo negli occhi degli
itagghiani. Parla Prodi, ma si dimentica che ogni cittadino veneto
paga 5.692 euro a Roma e ne vede tornare indietro, pro-capite,
appena 2.721. Infatti, se mediamente in Itagghia 100 euro di ricchezza
prodotti, prima di diventare reddito disponibile delle famiglie,
sono decurtati di 34 euro per imposte e contributi, e sono aumentati
di 24 euro di servizi, è allarmante il fatto che in Veneto
su 100 euro di ricchezza prodotta sono detratti 34 euro per imposte
e contributi, mentre i servizi somministrati al territorio valgono,
20 euro. Nel Mezzogiorno, 100 prodotti hanno 31 euro detratti
e 28 aggiunti per prestazioni sociali. Il risultato finale è
che per ogni 100 euro di ricchezza prodotta sul territorio, alle
famiglie itagghiane arrivano mediamente 90 euro, a quelle venete
86 euro, a quelle del meridione 96 (alle famiglie calabresi arrivano
100,4 euro). Il valore del Veneto è dei più bassi.
Solo la Lombardia ottiene meno: 85. Io mi ergo a difensore dei
nostri artigiani e in generale di tutti i nostri lavoratori: grazie
a loro si produce reddito indispensabile per tutto il tessuto
sociale della nostra provincia, e grazie alla ricchezza prodotta
qui possiamo investire nelle molte attività ed iniziative
che ci hanno fatto conoscere in tutta Itagghia! È in arrivo,
ricordo, la nuova finanziaria! Vediamo se riusciranno a mantenere
le promesse fatte in campagna elettorale e premiare gli itagghiani
virtuosi!
Leonardo Muraro (presidente della provincia di Treviso)
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