Che
fine farà il Manzoni?
Ottobre 2008
Tutti ne hanno sentito parlare, molti lo
hanno frequentato. Il glorioso liceo classico Manzoni di Lecco
- che ha visto crescere sui suoi banchi studenti come il presidente
regionale Roberto Formigoni e il ministro Roberto Castelli –
rischia i perdere la sua autonomia. Rischia di essere accorpato
con il liceo linguistico Bertacchi. Per il momento di certo non
c’è ancora nulla, anche se spirano venti di revisione
scolastica, e il Manzoni ha meno dei 500 alunni previsti per mantenere
l’autonomia.
Sorto nel 1936 come scuola civica, a partire dal dopo guerra è
diventato liceo ginnasio statale con autonomia amministrativa.
Unico classico statale in tutta la provincia di Lecco ha tre corsi
stabili. Dopo un biennio comune, il ginnasio per intendersi, nel
triennio liceale si può optare per l’indirizzo che
privilegia arte, inglese e matematica, per quello che evidenza
fisica, inglese e matematica e per l’inglese e matematica.
Sono stati inoltre attivati insegnamenti facoltativi, strutturati
per moduli di lingua francese, spagnola e tedesca. Un liceo all’avanguardia
che però paga la concorrenza delle private e degli istituti
tecnici.
In attesa dei regolamenti d’applicazione ella riforma Gelmini,
la questione del liceo Manzoni è destinata a tenere alta
l’attenzione.
L’idea di accorpare classico e linguistico resta comunque
la più plausibile anche sul fronte dell’omogeneità
delle materie. Sarà poi da stabilire se diventerà
un solo liceo con due indirizzi ben distinti o se si parlerà
di un umanistico moderno. Perché al vaglio c’è
pure la revisione dei vari ordini scolastico e potrebbero sparire
alcuni indirizzi e nascerne di nuovi.
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