La
Fauna nella valle del Parco del Lambro

Settembre 2005
UCCELLI E MAMMIFERI
Nonostante la forte antropizzazione del territorio, grazie alla
presenza, lungo il Lambro e nelle vallette dei suoi affluenti,
di aree boscate e dei due bacini lacustri di Pusiano e Alserio,
la fauna del Parco risulta ben diversificata, in particolare per
quanto riguarda i mammiferi e soprattutto gli uccelli. Sui laghi
è facile vedere lo Svasso maggiore, la Folaga, la Gallinella
d'a cqua,
il Germano reale, qualche coppia di Cigni e qualche Cormorano,
mentre nei canneti si vedono e si sentono il Tarabusino, il Cannareccione,
la Cannaiola, il Basettino. Inconfondibili poi il Martin pescatore
dallo splendido piumaggio ed il volo dell'Airone cenerino. Alcuni
di questi uccelli popolano anche il corso del Lambro e le relative
convalli, dove ancora sono presenti i Picchi, le Cince, i Luì,
il Fringuello e molte altre specie a tutti note: basti pensare
che a un sommario censimento ne sono state contate più
di cento fra sedentarie e migratrici. Non mancano i rapaci, rappresentati
dal Nibbio bruno, dalla Poiana, dal Gheppio e, con rari esemplari,
dal Falco di palude, dall'Albanella reale e dallo Sparviere. E,
durante la notte, si possono udire i rapaci notturni, come l'Allocco,
il Gufo comune, la Civetta. Se non è difficile vedere gli
Uccelli nel loro ambiente, assai più complicato è
vedere i Mammiferi, sia per la loro scarsa quantità, che
per la diffidenza e le abitudini spesso crepuscolari o notturne.
Dal rilevamento delle loro tracce o per qualche avvistamento,
è comunque possibile affermare con certezza che nel Parco
sono presenti la Volpe, il Tasso, la Donnola, la Lepre, oltre
che, con maggior abbondanza, il Riccio, il Ghiro, il Moscardino,
la Talpa, il Topo selvatico, il Toporagno.

PESCI - ANFIBI - RETTILI
I laghi di Pusiano e Alserio, un tempo ricchi di Pesci, a causa
della carenza di ossigeno e del carico organico aggiuntivo di
origine antropica (soprattutto per Alserio), hanno subìto
un graduale declino delle specie più sensibili (il Pesce
persico, il Luccio, il Luccioperca, il Boccalone) ed hanno visto
un incremento di quelle più tolleranti. Pertanto oggi vi
si trovano le Scardole, le Arborelle, le Tinche, le Carpe, i Triotti
e ancora qualche Anguilla. In questi ultimi anni si è assistito
ad un sorprendente ripopolamento del corso del fiume Lambro dal
quale, negli anni settanta, soprattutto nella parte più
meridionale del Parco, era scomparsa ogni forma di vita; ora,
a testimonianza dell'efficacia degli sforzi compiuti nel campo
della depurazione, sono riapparsi il Cavedano, il Gobione, il
Barbo e, seppure in modo sporadico, il Vairone, il Pesce persico,
il Persico sole, la Trota. Quanto detto per il fiume Lambro vale
anche per alcuni suoi affluenti (in particolare le Bevere e il
Pegorino) nei quali i pesci sono riapparsi con una certa abbondanza.
Gli stagni che si sono formati in alcune cave abbandonate, alcune
zone umide note da sempre, piccole sorgenti e corsi d'acqua, persino
bacini modestissimi come gli ultimi lavatoi, sono ambienti essenziali
per la riproduzione degli anfibi (sempre che si preservino da
sconsiderate introduzioni di pesci, soprattutto di quelli estranei
alle nostre acque, per esempio: Carassi e Pesci gatto). Già
oggetto di censimento da parte delle G.E.V., gli anfibi del Parco
sono rappresentati dalle Rane (Rane verdi e Rane rosse), dalla
Raganella, dal Rospo comune, dal Rospo smeraldino, dal Tritone
crestato, dal Tritone punteggiato e dalla Salamandra pezzata.
Variamente diffusi sono anche i rettili (tutti innocui) che vedono
alcune specie, un tempo comunissime, oggi quasi scomparse, quali
il Ramarro e l'Orbettino, mentre maggiore è la presenza
del Biacco e, nei pressi dell'acqua, la Biscia tassellata e la
Biscia dal collare. Nelle zone boscate vive il Colubro di Esculapio,
mentre, più vicino alle abitazioni, è comunissima
la Lucertola dei muri e, assai più rara, la Coronella austriaca.
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