
Il pozzo di Talete a cura di Lorenzo Buttini
Settembre 2005
FILOSOFIA VERITA' FALSI DEI
( Prima parte)
La filosofia ha sempre voluto proporsi come cammino privilegiato
verso la verità.
La verità è termine fondamentale non solo nel campo
scientifico o comune, ma soprattutto in filosofia cui compete
chiarirne la portata. E' stata la filosofia a ritenere che al
di là delle opinioni mutevoli esistesse una conoscenza
stabile attraverso cui cogliere la struttura immutabile del reale
superando il divenire del mondo.
Oggi la situazione si è modificata, si proclama che non
esistono verità assolute perché non esiste un Essere
eterno che abbia la facoltà di sostenere la realtà
finita. Si grida che "Dio è morto" e che, quindi,
ogni essere è tale nella sua individualità, è
cioè tempo, storicità. Se "Dio è morto"
ne deriva che non vi sono più norme ed obblighi morali
assoluti. La cultura contemporanea sembra impregnata di ciò.
Si è detto che alla base della crisi dei valori tradizionali
sta la filosofia attuale.
Nel pensiero greco il comportamento dell'uomo era in rapporto
col "Tutto" e non con un suo aspetto particolare, come
avviene oggi, dove la ragione si incarna nella scienza, anima
pulsante della "civiltà della tecnica", così
che mira a sostituirsi alla filosofia nel guidare l'agire umano.
La razionalità della scienza moderna però si incentra
sul rifiuto aprioristico di ogni conoscenza o attività
che non abbiano le caratteristiche della "specializzazione".
Nella società della tecnica tutti i valori della tradizione
occidentale, come la filosofia o il cristianesimo, sono visti
come un ostacolo allo sviluppo e al divenire dell'uomo.
Ma, come ha messo in risalto il Severino, l'ostacolo (dal latino
"ob-stat") è ciò che sta contro e rimane
fermo, ponendo così una specie di diga al divenire e nella
tradizione occidentale ciò che sta fermo non è ostacolo,
non soffoca il divenire, ma è i un'ancora di salvezza contro
l'imprevedibilità e l'angoscia del divenire. Nella nostra
tradizione il divenire del mondo si svolge all'interno di una
struttura immutabile che fissa le leggi inalterabili della natura
e della vita dell'uomo, vale a dire le leggi fisiche, giuridiche,
etiche, estetiche ed economiche, nelle quali si rispecchia la
stessa struttura immutabile che tutto avvolge e che è stata
chiamata: "Logos", "Le cose che sempre sono",
"Assoluto", "Dio" e che possiamo chiamare
più semplicemente "Firmamento" nel senso etimologico
"ciò che sta fermo" ed è, quindi, immutabile.
La conoscenza filosofica, in quanto "verità",
cioè "conditio sine qua non" di una dimensione
conoscitiva che può illuminare ogni firmamento, è
perciò stessa "firmamento dei firmamenti".
Ma qual è la situazione attuale? E' interessante l'analisi
del Natoli:"la modernità nel suo svolgersi si differenzia
entro di sé" tanto che ogni singolo, gruppo o associazione
cerca di farsi valere per proprio conto e "nessuno è
più disposto a riconoscere a nessuno il monopolio della
verità". In tale contesto anche il bene non è
più un valore al quale conformarsi ma qualcosa su cui accordarsi,
diventa cioè un bene economico scambiabile. Da ciò
conseguono diverse visioni del mondo il cui contrasto non sempre
è stato formulato come "confronto tra prospettive",
come analisi, discussione e scelta tra ipotesi alternative. Partendo
anzi da un loro ristretto angolo visuale, da una prospettiva limitata
e limitante hanno avuto la pretesa di assurgere a depositari della
verità, quella "più vera" di ogni altra
e di valere loro stesse come unica e assoluta verità, arrivando
a formulare "visioni del mondo universali" che hanno
voluto non solo divulgare ma imporre.
Si sta parlando dei "totalitarismi" del secolo scorso
che "hanno preteso di essere tutto… perché ritenevano
di conoscere il destino della storia e dunque i sentieri su cui
avviare e guidare l'umanità". Hanno tentato di imporsi
come valore supremo, quasi un moderno Dio. Da un lato si è
divinizzata oltre misura la ragione umana, dall'altro si è
esaltato oltre ogni ragionevole limite le "magnifiche sorti
e progressive della storia", da una parte si è cercato
di scalare il cielo attraverso la rivoluzione proletaria, dall'altra
si è tentato di selezionare una razza superiore. Oggi si
divinizzano le possibilità offerte dalla tecnologia. (Continua)
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