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LA STANGATA

Settembre 2006
di Dario Meschi

Il governo si appresta a varare la nuova legge Finanziaria, che includerà una nuova stretta fiscale al popolo delle partite Iva e delle imprese, e mentre sono ancora tutti da interpretare gli effetti della Decreto Bersani, ormai convertito in legge, si attendono altre misure restrittive e, tra queste, la revisione degli studi di settore che rischiano di scatenare un aspro confronto tra il governo e il mondo delle professioni, i lavoratori autonomi, le piccole aziende, i commercianti, e l’intero settore produttivo. Il grande capitale esulta per la fusione tra Banca Intesa e l’Istituto San Paolo, mentre i piccoli imprenditori, già funestati dalle restrizioni creditizie imposte dalle banche, s’interessano con preoccupazione della trasformazione del sistema bancario, che generalmente intrattiene con i clienti rapporti sempre più asettici e distaccati, regolati solo dai numeri e non dalla conoscenza o dalla condivisione dei loro programmi aziendali. La trasformazione del sistema creditizio ha posto, passo dopo passo, una serie infinita di limiti all’operatività delle modeste aziende ed alle capacità d’investimento dei piccoli e medi imprenditori, degli artigiani e dei lavoratori autonomi in genere. Il rapporto fiduciario tra banca e cliente è spesso venuto meno, soppiantato dalle nuove regole introdotte da norme europee e dalla Banche centrali (Basilea 2, ecc.), nonché dalla trasformazione del settore bancario, con la costituzione di gruppi sempre più grandi, che porteranno per le aziende medio-piccole ad una riduzione dei fidi con tutte le intuibili conseguenze negative. Il mondo variegato delle imprese sarà presto rivoluzionato, e molte delle piccole attività rischieranno di chiudere i battenti non potendo disporre di crediti adeguati, vedendosi inoltre ridotti quelli già in essere, e l’intero sistema economico che regge sulla miriade di attività a conduzione familiare sarà soppiantato dallo strapotere dei grossi gruppi industriali e finanziari e dalla realtà delle cooperative sempre più “protette” dal potere politico: sarà la vittoria delle multinazionali, delle poche decine di famiglie che dispongono d’immense fortune, e delle Holding, e la sconfitta di decine di migliaia di piccoli imprenditori che hanno, grazie all’impegno e al sacrificio, reso possibile quello che è stato definito come un vero e proprio miracolo italiano. Chiunque abbia svolto o svolga un’attività autonoma non può che rimpiangere il passato, e nella realtà territoriale del lecchese, la presenza di istituti bancari, come la Banca Briantea o la Banca Popolare di Lecco, che grazie ad una conduzione attenta, responsabile e fiduciaria al fianco dei clienti hanno segnato la fortuna di una miriade di imprenditori, garantendo così la diffusione della ricchezza in una delle province più floride e laboriose dell’intero Paese, ora gli sportelli bancari non si contano più, e spesso i loro dirigenti inquadrati da regole ferree e limitati nelle loro disponibilità, hanno perso il contatto diretto con le realtà locali, sovvertendo un meccanismo virtuoso che ha garantito per decenni ricchezza e sicurezza per tutti. Purtroppo i tempi sono cambiati. Le certezze vacillano e sono diminuite le motivazioni a proseguire.

Dario Meschi

 
 
 
       

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