Bella
musica lariana da collezionare
Settembre 2007
di Maurizio Pratelli

Autunno, raffica d’incisioni targate
Como nei negozi. Da dove nasce tanto fermento musicale sul Lario’
Come si spiega che un territorio generalmente così avaro
con la musica dal vivo riesca a regalare in un solo botto quattro
nuovi dischi’. E badate bene, non di un solo genere, il
che almeno farebbe pensare a una ‘scuola lariana’.
No, qui ci troviamo in mano un poker di album che comprende la
canzone d’autore, il pop, il blues e il folk. Insomma ce
n’è per tutti i gusti e non resta, senza troppe spiegazioni
filosofiche, che calare i ‘nostri’ assi. Il primo
è Soldati, secondo lavoro di Andrea Parodi. Il disco, pubblicato
da Lifegate Music, è stato recensito da Buscadero, la storica
rivista mensile di settore, per penna del suo autorevole direttore
Paolo Carù. Gli approfonditi elogi del critico musicale
hanno portato a un giudizio finale con ben quattro stelle. Una
sorta di laurea in musica d’autore a cui Parodi è
arrivato con sedici belle canzoni e tanti colleghi che lo hanno
accompagnato a discutere questa tesi. A tale proposito vale la
pena di ricordare alcuni docenti: Bocephus King, geniale songwriter
canadese, Claudio Lolli, inconfondibile la sua voce calda voce
nel brano Per non sentirsi soli, Marino Severini dei Gang, che
sposta l’equilibrio di Rosa.
Se Laura Fedele e Luca Ghielmetti regalano il cameo perfetto in
Scavando la mia fossa, la lista degli ‘strumenti d’autore’
che compaiono nel disco dell’artista canturino è
altrettanto importante: basti pensare al violino Jesse Zubot,
alla chitarra di John Shepp e all’organo Hammond di Mary
Ancheta. Al secondo appuntamento discografico è arrivato
anche Francesco Mantero, dopo l’esordio di qualche anno
fa con i suoi Ub Maior. In questo caso si tratta di un debutto
solista per il cantautore comasco, intitolato In ascolto, pubblicato
dall’etichetta discografica Ottonote e distribuito da Venus.
L’uscita nei negozi è prevista per il prossimo venerdì
28 settembre. L’album ospita dodici brani che hanno un sofisticato
approccio pop che vira al jazz grazie al prezioso contributo di
musicisti come Alfredo Golino, Fabrizio Bosso, Damiano Della Torre
e Gigi Cifarelli. La voce di Francesco Mantero è molto
particolare, una di quelle a cui ci si deve abituare, un esempio
alto potrebbe essere quella della stella internazionale David
Gray, ma una volta superato questo scoglio le sue canzoni che
parlano di amori e sogni potrebbero stupire. Chi invece ha un
timbro vocale classico, ben definito, è Gianfranco Felli,
leader della band dei Black Sheep e considerato dal cantautore
laghée per eccellenza, Davide Van De Sfroos, uno dei suoi
maestri musicali. Il gruppo di Porlezza ha dato alle stampe in
questi giorni In U$ Age, un dischetto di blues elettrico sanguigno,
spontaneo e ben suonato che sa raggiungere anche attraverso i
testi in inglese, tutti scritti dallo stesso Felli, una sorprendente
profondità lirica. Come pretende la ‘musica del diavolo’,
ossia il blues, alla lingua italiana è concesso ben poco,
solo un paio di pezzi, mentre il dialetto lariano ne ‘ruba’
soltanto uno con il brano Un quart de ros. Il poker d’assi
delle nuove incisioni lariane in uscita in questi giorni si chiude
infine con il lavoro dei D’Altrocanto, collettivo di Pusiano
dedito alla musica popolare. Come nel caso dell’album dei
Black Sheep, la copertina di Partire Partirò è opera
del grafico comasco Tomaso Baj. In questo caso la bandiera americana
è sostituita da un treno che attraversa l’Italia,
a sottolineare idealmente il viaggio nella musica popolare del
nostro Paese: dalla Sicilia a Napoli, dal Salento alla Calabria,
dalle Marche alla Toscana. Con qualche bella incursione nelle
tradizioni venezuenala, scozzese, francese e gitana.
Maurizio Pratelli
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