LUCREZIA
BORGIA
(1480-1519)
Settembre 2009

Duchessa di Ferrara, per molto tempo fu considerata un personaggio
corrotto e perverso della corte rinascimentale italiana. Fu accusata
di colpe, dovute anche all’odio suscitato dai suoi familiari,
che vennero ingrandite fino ad essere rese leggendarie, alimentando
la polemica anticlericale del secolo precedente.
A dodici anni fu fatta fidanzare, per procura, con un nobile spagnolo,
don Gaspare da Procida, ma l’unione fu sciolta dal padre,
divenuto intanto il pontefice Alessandro VI, che la diede in moglie
a Giovanni Sforza, signore di Pesaro. Ma già nel 1497,
il Papa, alleatosi col re di Napoli, nemico degli Sforza annullò
il matrimonio della figlia, dandola in sposa ad Alfonso d’Aragona,
duca di Bisceglie. Dalla loro unione nacque un figlio, Rodrigo.
Quando però, la politica di Alessandro VI subì un
importante cambiamento, grazie anche all’appoggio concesso
a Luigi XII di Francia per le sue pretese sul regno di Napoli,
Alfonso temette per la propria vita e fuggì da Roma. Tornato
poi per riunirsi alla moglie, dopo un anno fu ucciso, per ordine
di Cesare Borgia.
Dopo aver trascorso un breve periodo a Nepi, Lucrezia tornò
a Roma, esercitando a due riprese la reggenza per conto del padre.
Quest’ultimo, allo scopo di rafforzare la signoria del figlio
in Romagna, diede nuovamente Lucrezia in sposa, questa volta ad
Alfonso d’Este, erede legittimo del ducato di Ferrara. Da
Alfonso Lucrezia ebbe tre figli, tra cui il futuro cardinale Ippolito
d’Este. Nel 1505, Alfonso diventò duca, ma già
negli anni precedenti Lucrezia aveva ottenuto un posto di riguardo
in quella corte, resa illustre dai più famosi personaggi
della cultura e dell’arte italiana. Pietro Bembo le dedicò
Gli Asolani , Ariosto celebrò le sue virtù in una
stanza dell’Orlando Furioso e nelle Satire. Dopo la morte
del padre e del fratello, un’altra tragedia turbò
la sua breve e tormentata vita: l’uccisione di Ercole Strozzi,
forse per mano del marito geloso.
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