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Settembre 2009
Amaretto di Saronno, il liquore
italiano più bevuto nel mondo,
dal profumo seducente e rotondo,
scalda cuore, armonico nel sapore
di mandorle amare, un caldo colore
che seduce inconfondibile biondo-
nocciola, materno eppur vagabondo
infuso che nacque dal grande amore
tra il pittore Bernardino Luini
e la sua spettacolare modella
ritratta Madonna nel Santuario,
che in pegno d’affetto a lui offrì quella
bevanda tra l’epico e il leggendario,
deliziosa e meglio dei miglior vini.

Piccola gita extra-moenia brianzole. Oggi vi porto a Saronno,
una città che mi piacerebbe moltissimo fosse in Brianza
e invece ci sta fuori, sia pure per pochi chilometri in direzione
ovest, oltre il fiume Seveso. Saronno è una piccola enclave
varesina incuneata tra le province di Como e Milano, una deliziosa
località con un centro storico pedonale davvero da percorrere
almeno una volta.
Ma il primo luogo che merita una visita a Saronno è il
Santuario della Madonna dei Miracoli, un gioiello d’arte
che segnalo soprattutto per gli affreschi di Bernardino Luini.
E a Bernardino Luini è legata la nascita del notissimo
liquore Amaretto, il liquore italiano nonchè quasi-brianzolo
più venduto al mondo. Io pensavo che il più venduto
fosse il Martini, ma mi sono dovuto ricredere. Mi hanno detto
che in Russia è fiorentissima l’attività di
falsificazione dell’Amaretto di Saronno, tanto tale bevanda
alcoolica è diffusa in quel paese.
E parliamo allora di questo delizioso liquore, la cui fama è
tale da diventare il riferimento principale del toponimo saronnese.
Come molte ricette a base di mandorle, esso è di antichissima
tradizione e affonda le sue origini nel 1500.
La leggenda narra che nel periodo in cui Bernardino Luini soggiornò
a Saronno egli alloggiò presso una locandiera di particolare
bellezza, di cui si innamorò al punto da proporle di essere
la modella per la sua Madonna sull’affresco del Santuario.
Lei lusingata, per ringraziarlo gli offrì un elisir di
erbe, zucchero tostato, mandorle amare e brandy che venne immediatamente
apprezzato e si diffuse in pochissimo tempo.
Il liquore mantenne quindi un significato di affetto, cordialità
e amicizia ed è oggi uno dei prodotti italiani più
diffusi all’estero, si dice sia il quarto brand italiano
conosciuto al mondo dopo Ferrari, Nutella e Barilla. Amaretto
di Saronno infatti non viene tradotto e il nome resta invariato
in tutte le lingue.
Nella città di Saronno ha ovviamente sede lo storico stabilimento
dell’azienda Illva Saronno S.p.a., produttrice del liquore
con il marchio “Disaronno”. Il liquore Amaretto può
infatti anche essere preparato in modo casalingo e molte famiglie
hanno una loro ricetta: non è, infatti, un liquore distillato,
ma un preparato per infusione in base alcolica, come il limoncello.
Un’ultima nota, sulla azienda Illva: essa è detentrice
di altri famosi marchi italiani come Amaro 18 Isolabella, Vodka
Artic, Rabarbaro Zucca. Produce anche diversi liquori siciliani
come il Marsala Florio. Il mio amico valentissimo fotografo Marsala
Florio, nell’apprendere questo, ne sarà sicuramente
felice.
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